Cuore e Ritratto di maggio, due visioni della scuola e della società

11 Novembre 2024 Off Di Rita Terracciano

Nel panorama della letteratura italiana, Cuore di Edmondo De Amicis e Ritratto di maggio di Domenico Rea offrono due visioni della scuola e dell’infanzia che, pur appartenendo ad epoche diverse, si completano e si arricchiscono a vicenda in quanto offrono entrambi un’analisi critica e profonda della scuola e del ruolo dell’istruzione nella società.

Andiamo con ordine. Cuore, scritto nel 1886, ci porta nella Torino post-unitaria e, attraverso il diario del giovane Enrico, ci offre una visione idealizzata della scuola. Qui l’istituzione scolastica è il luogo in cui bambini di diversa estrazione sociale imparano valori come l’altruismo, il patriottismo e il sacrificio. Ogni compagno di Enrico incarna una virtù o un difetto, contribuendo a formare una piccola comunità in cui ogni bambino è spinto a migliorarsi e a sviluppare una coscienza civica. La scuola di Cuore è descritta come un ambiente positivo e motivante, dove i docenti hanno un ruolo quasi eroico, e il maestro rappresenta una figura saggia e dedita. L’autore De Amicis sembra voler celebrare l’educazione come strumento fondamentale per la costruzione di una società più giusta e unita, in un’Italia che stava cercando la sua identità nazionale.

Ritratto di maggio, pubblicato quasi un secolo dopo, presenta una realtà completamente diversa. Siamo nel secondo dopoguerra, in una scuola di un paese nel Napoletano, e il protagonista è Nicolino, un bambino di sei anni che vive l’esperienza scolastica in un ambiente tutt’altro che idilliaco. La scuola di Rea è segnata da un maestro autoritario e brutale, metodi educativi violenti e un sistema che accentua le disuguaglianze sociali anziché ridurle. I bambini provengono da famiglie disagiate, e le loro difficoltà sono ignorate: l’educazione diventa un privilegio per pochi, mentre per molti resta un’esperienza che perpetua la divisione di classe. Rea dipinge un quadro realistico e amaro, evidenziando come la scuola, anziché elevare i più svantaggiati, finisca per favorire i più fortunati.

In questo confronto emerge un forte contrasto: Cuore incarna una visione idealizzata della scuola come luogo di uguaglianza e progresso morale, mentre Ritratto di maggio ci mostra una realtà cruda, dove l’istruzione diventa un’altra forma di esclusione sociale. Tuttavia, entrambi i testi ci pongono davanti al valore ed al potere della scuola nel formare individui e cittadini. Lo scrittore ligure ci ricorda l’importanza dei valori condivisi e della solidarietà, mentre l’autore napoletano ci invita a riflettere su come la scuola possa fallire nel suo ruolo di “livellatore sociale” quando è troppo distante dai bisogni degli alunni.

Proporre questi due libri nelle scuole oggi significherebbe offrire agli studenti una prospettiva critica sulla storia e sull’evoluzione della scuola. Cuore insegna valori universali come la bontà, l’amicizia e il rispetto, incoraggiando i ragazzi a vedere la scuola come uno spazio dove crescere insieme e migliorarsi a vicenda. Ritratto di maggio, invece, invita a riflettere sugli aspetti problematici della scuola e sull’importanza di garantire pari opportunità a tutti, indipendentemente dalle condizioni sociali ed economiche. Insieme, queste letture possono aiutare i giovani a comprendere sia le potenzialità della scuola come istituzione, sia le sfide ancora presenti nel rendere l’istruzione davvero inclusiva ed accessibile per tutti.

(Fonte foto: Rete Internet)