La voce del popolo: il referendum, storia di una scelta collettiva

8 Giugno 2025 Off Di Rita Terracciano

In un’epoca in cui il disincanto verso la politica sembra crescere, il referendum torna a ricordarci un principio fondamentale: il potere di decidere appartiene, in ultima istanza, al popolo. Oggi, come in passato, ci troviamo davanti a una scheda e a una scelta che ci chiama in causa non solo come cittadini, ma come parte viva di una democrazia partecipata.

Ma cos’è davvero un referendum? Qual è la sua storia e perché, ancora oggi, conserva un valore così centrale? Il termine referendum deriva dal latino referendum, ovvero “ciò che deve essere riferito”. E in effetti, ogni volta che si tiene un referendum, il popolo è chiamato a “riferire”, a dire la propria su questioni di rilievo costituzionale, etico, politico o sociale. In Italia, questo strumento è previsto dall’articolo 75 della Costituzione, che sancisce la possibilità per i cittadini di abrogare, in tutto o in parte, una legge già approvata dal Parlamento.

La prima, storica consultazione popolare avvenne nel 1946, quando gli italiani — e per la prima volta anche le italiane — furono chiamati a scegliere tra monarchia e repubblica. Un voto che segnò una cesura netta nella nostra storia: finiva il tempo dei re, nasceva la Repubblica Italiana. Da allora, altri referendum hanno segnato tappe fondamentali della nostra società: dalla legge sul divorzio (1974) a quella sull’aborto (1981), fino a quesiti più recenti sull’ambiente, la giustizia, i diritti civili.
Il referendum non è una semplice crocetta su una scheda: è un momento di riflessione collettiva.

È la possibilità di partecipare attivamente alla scrittura della storia del nostro Paese, decidendo su temi che riguardano il presente ma incidono, spesso in modo irreversibile, sul futuro. Eppure, c’è un dato che fa riflettere: il crescente astensionismo. Sempre più spesso i referendum falliscono per il mancato raggiungimento del quorum. È il sintomo di una disaffezione pericolosa, di una distanza tra cittadini e istituzioni che rischia di svuotare gli strumenti democratici del loro senso più profondo.

Riscoprire il valore del referendum significa allora anche riscoprire il senso della partecipazione. Votare non è un dovere morale imposto, ma un diritto conquistato. Un diritto che affonda le sue radici nella nostra storia e che, ogni volta che viene esercitato, ci ricorda che la democrazia non è un punto di arrivo, ma un cammino da percorrere giorno dopo giorno. In fondo, ogni referendum è una domanda posta al popolo. E la risposta, qualunque essa sia, è l’espressione più autentica della sovranità popolare.