Una possibile Terza Guerra Mondiale?
9 Febbraio 2022Pubblichiamo l’articolo scritto dagli alunni del Liceo Scientifico Montessori coordinati dalla Prof. Perna Ilaria
• Cosa sta succedendo al confine tra Russia e Ucraina?
Fino a 130mila soldati russi, migliaia di carri armati, aerei da combattimento e batterie di missili a lungo raggio sono stati schierati sul confine orientale dell’Ucraina. Mosca afferma che si tratta di una semplice esercitazione militare ma l’accumulo di truppe, visto come una minaccia di invasione, ha innescato la più grande crisi nei legami Est-Ovest dalla Guerra Fredda. Il comandante in capo delle forze armate ucraine afferma che la Russia ha anche circa 2.100 militari nell’est del Paese, nel Dombass, le zone controllate dai ribelli, e che gli ufficiali russi ricoprono tutte le posizioni di comando nelle forze separatiste. Per attuare delle “esercitazioni congiunte” militari russi sono stati inviati anche in Bielorussia, Paese alleato di Mosca e confinante sia con l’Ucraina che con l’Ue.
• Quali sono le origini del conflitto?
Nel 2014 viene eletto come presidente dell’Ucraina Victor Yanukovych (che patteggiava per un alleanza dell’Ucraina con la Russia), che decide di sospendere l’accordo di libero scambio con l’UE cercando quindi di protendere l’Ucraina verso la Russia. Nel fare questo scattano forti proteste popolari, denominate Euromaidan (Maidam è la piazza principale di Kiev), che lo costringono a lasciare il potere e scappare. Intanto nella penisola di Crimea, abitata prevalentemente da russofoni, un gruppo di ribelli, probabilmente sobillati e armati dalla Russia, insorge e proclama l’indipendenza chiedendo l’annessione alla Russia, annessione che Vladimir Putin immediatamente riconosce. Contemporaneamente un’altra insurrezione armata esplode nel cuore industriale orientale dell’Ucraina, il Donbass, scatenando una guerra civile, poiché da un lato ci sono gli ucraini che combattono per mantenere il controllo di determinate città, dall’altro lato ci sono i ribelli che invece vogliono l’indipendenza. Sia l’Ucraina, sia l’Occidente hanno accusato la Russia di aver inviato truppe e armi per sostenere i ribelli, ma Mosca ha sempre negato le accuse affermando che i russi che si sono uniti ai separatisti lo hanno fatto volontariamente. Un accordo di pace del 2015 denominato ‘Minsk-2’ prevede, tra le altre cose, da una parte che Kiev assicuri autonomia alle regioni separatiste e amnistia per i ribelli e dall’altra che i militari russi spariscano dal territorio. Nessuna delle due condizioni è stata rispettata.
• A cosa punta la Russia?
Più che prendere il controllo dell’Ucraina l’impressione è che Putin voglia costringere l’Occidente a negoziare e accettare una forte riduzione della sua presenza militare nella regione, presenza ritenuta una minaccia per la Russia. Mosca afferma che la sua è solo una risposta al fatto che la Nato da anni sta ammassando truppe vicino ai suoi confini, nei Paesi membri dell’Est Europa che sono entrati nell’Alleanza Atlantica dopo il 1997 come Lettonia, Lituania, Estonia, Polonia Romania e Bulgaria. A preoccupare Putin è anche il fatto che l’Ucraina chiede di aderire alla Nato, cosa che il Cremlino vuole evitare a ogni costo.
• Qual è stata la risposta dell’Occidente?
Al momento si sta provando a usare tutti i canali diplomatici possibili. A Ginevra si sono incontrati il segretario di Stato americano, Antony Blinken, e il Ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. Il presidente francese Emmanuel Macron e il Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi hanno entrambi chiamato Putin. Lo stesso ha fatto il premier britannico Boris Johnson che è anche andato a Kiev, dove ha incontrato il presidente Volodymyr Zelensky. Alcuni Paesi come il Regno Unito e gli Stati Uniti hanno inviato degli armamenti a Kiev, mentre altri hanno mandato soldati e mezzi nel Mar Baltico e nei Paesi Nato della regione come Lituania, Bulgaria e Romania. Le nazioni però si dividono tra quelle che vogliono una linea più dura e quelle che preferiscono non provocare troppo Mosca e sono disposte ad ascoltare e accettare almeno in parte le sue richieste.
• Le terribili conseguenze…
Se dovessero cominciare nuovi combattimenti e il conflitto dovesse continuare, si rischierebbe di cadere in una spirale che porterebbe fuori controllo la situazione umanitaria, con conseguenze devastanti sui civili e in particolare sui bambini. Migliaia di bambini sono già nati e cresciuti nel corso di questo conflitto che si trascina da otto anni, così conoscendo solo violenze, bombardamenti, privazioni e dovendo scappare dalle loro case. La situazione più preoccupante è quindi la condizione dei bambini, che potrebbero trovarsi nel mezzo della recrudescenza del conflitto, in pieno inverno, con temperature sotto lo zero, esposti a qualunque tipo di pericolo. Per questo è necessario che si trovi una soluzione diplomatica che eviti una guerra catastrofica!
Federica Carillo e Ludovica Gesuele