“LA LETTERA”

2 Dicembre 2022 Off Di Redazione

Pubblichiamo il lavoro di approfondimento della classe 3^ della SSPG Montessori.

Fin dall’antichità lo scambio di lettere è stata una pratica molto diffusa, soprattutto tra persone colte. Molti epistolari (cioè raccolte di lettere) di scrittori importanti sono giunti fino a noi, offrendoci una preziosa testimonianza della loro vita quotidiana e su un determinato contesto storico. Tale è l’epistolario (di oltre 900 lettere!) dello scrittore e politico latino Cicerone (106-43 a.C.) o quello di Plinio il Giovane (61-113 d.C. ca.), in cui si trova la celebre testimonianza dell’eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei.

Tra gli epistolari più importanti della letteratura italiana trovi8amo quello dello scrittore, storico e politico fiorentino Niccolò Machiavelli (1469-1527): nella famosa lettera “dall’Albergaccio”, offre una testimonianza della noiosa e volgare vita a cui lo costringe l’esilio nonché della composizione della sua opera più celebre, Il principe.

Le lettere di Vittorio Alfieri (1749-1837), Alessandro Manzoni (1785-1873), Giacomo Leopardi (1798-1837) e Giovanni Verga (1840-1922) sono molto importanti per conoscere le riflessioni di questi autori a proposito della letteratura e delle loro opere.

Èmile Zola scrisse un famosissimo J’accuse (io accuso…), un editoriale pubblicato sul giornale “L’Aurore” in forma di lettera al Presidente della Repubblica francese, che denunciava le irregolarità del processo subito dall’ufficiale ebreo Alfred Dreyfus, accusato ingiustamente di spionaggio. Nella lettera, Zola si scaglia contro l’antisemitismo della società francese, che aveva portato alla condanna di un innocente.

J’accuse…

Monsieur le Président, permettetemi di preoccuparmi per la Vostra giusta gloria e dirvi che la Vostra stella, se felice fino ad ora, è minacciata dalla più offensiva ed inqualificabile delle macchie […]. Ma quale macchia di fango sul Vostro nome, stavo per dire sul Vostro regno, quell’abominevole affare Dreyfus! È finita, la Francia ha sulla guancia questa macchia, la storia scriverà che sotto la Vostra presidenza è stato possibile commettere questo crimine sociale. E poiché è stato osato, oserò anche io. La verità, ve la dirò io, poiché ho promesso di dirla. Il mio dovere è di parlare, non voglio essere complice. Le mie notti sarebbero abitate dallo spirito dell’uomo innocente che espia laggiù nella più spaventosa delle torture un crimine che non ha commesso. Ed è a Voi signor presidente, che io griderò questa verità, con tutta la forza della mia rivolta di un uomo onesto.

da “L’Aurore”

 J’accuse…. (versione ridotta)

Emile Zola             

                                                            Lavoro a cura di   

GRANATO MARTINA