Al Mann la nuova sezione “Campania romana” con sculture e pitture da edifici pubblici
23 Novembre 2023La sezione Campania Romana, curata da Carmela Capaldi, docente di Archeologia classica all’Università degli Studi di Napoli Federico II, è stata allestita tenendo presente fisionomia e storia delle sale che, con le grandi colonne divisorie, le volte decorate e l’ampiezza degli spazi, rappresentano un’ulteriore fonte di suggestioni per il pubblico. L’esposizione si sviluppa sull’intera ala occidentale del piano terra (circa 2000 mq), nelle sale decorate da artisti come Giuseppe Abbate (1864) e Fausto Niccolini (1866-1870). Architettonicamente i vasti ambienti si caratterizzano per le grandi colonne divisorie in marmo e le volte decorate ad affresco e stucco. Nelle sale sono presentate non solo le sculture di marmo e di bronzo, ma anche i rivestimenti parietali, le epigrafi, gli elementi architettonici e di arredo che decoravano gli edifici pubblici e i monumenti funerari provenienti dagli scavi delle città vesuviane, dell’area flegrea e della Campania interna. A questi luoghi si aggiungono pochi, ma significativi, rinvenimenti da altri siti del Lazio e dell’Italia meridionale che facevano parte del Regno di Napoli.
“Abbiamo cercato le opere, le abbiamo selezionate, fatto un lavoro intenso di recupero filologico delle provenienze e concepito l’intero percorso – ha spiegato la curatrice dell’esposizione Carmela Capaldi – un percorso che illustra la storia della Campania in un particolare momento, quello della creazione della Regio I, un territorio che si salda senza soluzione di continuità con Roma e che è estremamente permeabile culturalmente. È stata una straordinaria occasione di formazione di nostri studenti che hanno imparato a conoscere le opere, ad apprezzarne il valore, affiancando allo studio teorico l’esperienza pratica estremamente importante“.
La sezione ripercorre le vicende di alcuni centri della Campania romana analizzandone i contesti pubblici. I confini della regione antica coincidono solo parzialmente con quelli attuali: della Campania, ad esempio, faceva parte il Lazio meridionale (attuale provincia di Latina). L’arco cronologico dei materiali esposti si estende dal II secolo a.C. al III secolo d.C.
“La riapertura dopo 50 anni degli spazi dell’ala Occidentale, con le eccezionali collezioni di scultura, pittura e gli ambienti elegantissimi – ha spiegato il direttore del MANN Paolo Giulierini – costituisce un punto di non ritorno nella storia del Museo archeologico nazionale: d’ora in avanti è, senza ombra di dubbio, il più grande museo di archeologia classica al mondo”.
Il percorso con l’esposizione di 240 opere comincia nella sala XXX dove sono presenti elementi scultorei da Pozzuoli (l’antica Puteoli) e dalla necropoli di Pompei. Nelle sale che prospettano all’interno del portico (XXXII-XXXIV) sono allestiti i materiali flegrei di Cuma e Baia. Si prosegue con i reperti dall’area vesuviana, distinti per contesti: il Foro triangolare di Pompei e la zona che gravita attorno al Foro civile. Nelle sale che prospettano sul braccio occidentale del portico (XXVIII-XXXIX) prosegue l’allestimento dei materiali pompeiani: il Foro civile, il tempio di Giove, la Basilica, l’edificio di Eumachia e gli edifici dedicati al culto imperiale.
Un approfondimento speciale è stato dedicato ad Ercolano (portico XXXV, sale XL-XLII): il Foro, la famosa quadriga in bronzo, che probabilmente era collocata sull’arco quadrifronte che si ergeva davanti alla Basilica Noniana; il teatro e l’Augusteum.
Nella sala che fa da snodo al braccio settentrionale del portico (XLIV) sono ospitate le sculture da Formia. Sul portico settentrionale (XLV), dedicato a sarcofagi e urne, prospetta la sala dedicata all’antica Capua, attuale S. Maria Capua Vetere, nella quale si possono ammirare le sculture che decoravano l’Anfiteatro Campano in età antonina. La sala più interna (XLVIII) ospita sculture da città del Lazio meridionale, quali Cassino, Fondi e Minturno, che in età romana, nell’ambito della divisione territoriale in regiones operata da Augusto, erano comprese nella regio I Latium et Campania.
Interressante una luminosissima nella sua teca anche una notevole lucerna in oro decorata con foglie proveniente dal Tempio di Venere sempre a Pompei.