LE FOIBE, FALSIFICAZIONE E REALTA’

5 Febbraio 2024 Off Di Michele Stanzioine

Lo Stato italiano ha proclamato il 10 febbraio “giorno nazionale del ricordo” con l’obiettivo di conservare e rinnovare la memoria del dramma degli italiani e di tutte le vittime delle foibe. Prima di addentrarci, però, in questa complessa vicenda è necessario chiarire la natura del soggetto analizzato; per “foibe” si intendono dei grandi inghiottoi, cavità naturali presenti principalmente nell’area carsica in cui, tra il ’43 e il ’45 vennero gettati i corpi degli italiani uccisi, o in alcuni casi, gli stessi ancora in vita.
La resistenza partigiana contribuì a definire nuovi assetti sociali ed istituzionali, un nuovo ruolo per le componenti operaie e per gli esponenti di formazione comunista e socialista. La ferocia degli ultimi anni di guerra, la natura fortemente ideologica della resistenza e la facile equipollenza tra l’italiano e il fascista, insieme ad interessi e rancori personali, portarono ad una spregiudicata caccia agli italiani in Istria, nella città di Fiume, nelle province di Gorizia e Trieste da parte dei partigiani croati e sloveni e dei comunisti italiani filo jugoslavi guidati dal capo Josip Tito. La storiografia contemporanea indica tra le 3 e le 5 mila vittime, molte delle quali assassinate nelle fasi di sfaldamento delle forze dell’Asse, anche se le persecuzioni jugoslave proseguirono per mesi nell’immediato dopoguerra causando l’esodo dall’Istria di oltre 250 mila italiani.
Per molti anni, soprattutto nella letteratura jugoslava, si è tentato di ridimensionare e, in alcuni tratti, negare il fenomeno, riducendolo ad una legittima epurazione di esponenti fascisti e criminali di guerra.
Fortunatamente gli studi moderni hanno distrutto il “velo di Maya” mostrando al mondo il deprecabile orrore contro l’umanità costituito dalle foibe, restituendo a tutte le vittime la dignità e la memoria di un sacrificio, per troppo tempo, rimasto nell’ombra…