Presentato il Rapporto Nazionale INVALSI 2024
14 Luglio 2024
L’11 luglio, in diretta streaming dalla Sala della Regina della Camera dei deputati, è stato presentato il Rapporto Invalsi 2024. Questo evento annuale rappresenta un appuntamento fondamentale per la verifica dello stato generale della scuola italiana. Il rapporto si basa sulle prove Invalsi somministrate nel corrente anno scolastico in tutti gli ordini di scuola, fornendo un’analisi approfondita delle competenze degli studenti italiani e dello stato di salute del sistema educativo nazionale.
“I risultati dei test Invalsi di quest’anno mostrano un importante miglioramento sin dalla scuola primaria dei rendimenti dei nostri studenti. Si riduce il divario Nord-Sud e diminuisce la percentuale della dispersione scolastica, sia implicita che esplicita, tema particolarmente delicato che ci ha visto sempre in fondo alle classifiche internazionali”. Così il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, intervenendo all’incontro.
Il confronto nel tempo degli esiti della scuola primaria evidenzia in II primaria, dal 2023 al 2024, una diminuzione della quota di alunni e alunne che raggiunge almeno il livello base previsto in Italiano (69% nel 2023; 67% nel 2024), mentre in Matematica si osserva una lieve ripresa dal 2023 al 2024 (64% nel 2023; 67% nel 2024).
Nella scuola primaria si riscontra ancora una differenza dei risultati tra scuole e tra classi più accentuata nelle regioni meridionali, specie per quanto riguarda la Matematica e la prova di Inglese Listening. Ciò significa che la scuola primaria nel Mezzogiorno fatica maggiormente a garantire uguali opportunità a tutti, con evidenti effetti negativi sui gradi scolastici successivi.
Gli esiti registrati nella scuola secondaria di primo grado nel 2024, come era avvenuto nel 2023, confermano che si è fermato il calo in Italiano e Matematica riscontrato tra il 2019 e il 2021, tuttavia non si evidenzia ancora un’inversione di tendenza (rispettivamente in Italiano dal 62% del 2023 si è passati al 60% del 2024, mentre in Matematica nel 2023 e nel 2024 il dato è rimasto stabile al 56%). Gli esiti di Inglese (sia Listening sia Reading) sono invece in netto miglioramento (rispettivamente in Inglese Reading si è passati dall’80% nel 2023 all’82% nel 2024; mentre in Inglese Listening dal 65% nel 2023 al 68% nel 2024). Purtroppo, rimangono ancora molto marcati i divari territoriali: in alcune regioni del Mezzogiorno si riscontra un maggior numero di allievi e allieve con livelli di risultato molto bassi.
I risultati nella scuola secondaria di secondo grado evidenziano nelle classi seconde una contrazione generalizzata degli apprendimenti in Italiano (63% nel 2023; 62% nel 2024), mentre in Matematica i risultati sono complessivamente stabili (55% nel 2023 e nel 2024).
Per quanto riguarda l’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado, si registra un apprezzabile miglioramento rispetto agli anni passati in tutte le discipline osservate. Infatti, sia in Italiano (51% nel 2023; 56% nel 2024) sia in Matematica (50% nel 2023; 52% nel 2024) si evidenzia un incremento rispetto al 2023. Anche gli esiti di Inglese Reading (56% nel 2023; 60% nel 2024) e di Inglese Listening (42% nel 2023; 45% nel 2024) sono in netto miglioramento.
Nonostante i valori della dispersione scolastica siano ancora alti, l’Italia ha conseguito risultati molto importanti passando da oltre il 25% all’inizio del secolo al 10,5% del 2023, dato recentemente reso pubblico da ISTAT. Inoltre, in base ai dati INVALSI è possibile stimare che prendendo in considerazione solo le prime età di riferimento (18-20 anni) per il calcolo della dispersione scolastica (18-24 anni) non solo può considerarsi raggiunto il traguardo posto dal PNRR per il 2025 (10,2%), ma è da ritenersi molto vicino anche quello identificato dalla Commissione europea per il 2030 (9%).
Nel 2019 la dispersione scolastica implicita (intesa come la quota di studenti che terminano il percorso scolastico senza aver acquisito le competenze fondamentali previste al termine di tale percorso) si attestava al 7,5%, per salire al 9,8% nel 2021. Nel 2022 si era già osservata una leggera inversione di tendenza sia a livello nazionale, passando al 9,7% (-0,1 punti percentuali), sia a livello regionale.
“Dai risultati si evince da un lato un aumento nel Mezzogiorno di studenti con performance buone o eccellenti, dall’altro un peggioramento della conoscenza dell’italiano nelle scuole del Centro-Nord e in particolare nelle periferie. Questi dati confermano che la strada che abbiamo imboccato è quella giusta: varare Agenda Nord, per recuperare i gap riscontrati insistendo sulle discipline in cui gli studenti sono più fragili, riformare l’istruzione tecnico-professionale, prevedendo non solo più competenze tecniche ma anche il potenziamento dello studio dell’italiano, oltre che di matematica e inglese. Per il prossimo futuro, puntiamo a investire ulteriori risorse su Agenda Sud e a estendere alle secondarie di I grado la presenza dei docenti tutor per favorire, anche attraverso una didattica innovativa, la personalizzazione dell’apprendimento. Cruciale è e sarà il ruolo dei nostri insegnanti, fondamentali per riaccendere l’entusiasmo, per alimentare quella comunità educante che deve essere la scuola” ha concluso il Ministro.