Analfabetismo funzionale in Italia: un allarme dall’indagine OCSE-Piacc 2023

11 Dicembre 2024 Off Di Antonio Auricchio

L’Italia si posiziona tra gli ultimi posti nelle competenze fondamentali tra i Paesi industrializzati, come emerge dal secondo ciclo dell’indagine Piacc (Programme for the International Assessment of Adult Competencies) dell’OCSE, condotto nel 2023. La ricerca ha evidenziato che oltre un terzo degli adulti italiani è in una condizione di analfabetismo funzionale e quasi la metà fatica con il problem solving, sottolineando il divario rispetto alla media degli altri Paesi dell’OCSE.

Cos’è l’analfabetismo funzionale?
Non si tratta di essere incapaci di leggere o scrivere, ma di non riuscire a comprendere, utilizzare o valutare in modo efficace le informazioni lette. Questo tipo di analfabetismo compromette la capacità di partecipare attivamente alla vita economica e sociale, aggravando disuguaglianze e limitando opportunità.

In Italia, il 35% degli adulti si colloca al livello 1 o inferiore nella “literacy” (capacità di lettura e comprensione), contro una media OCSE del 26%. Tra questi, il 25% riesce a comprendere solo testi semplici e organizzati, mentre il restante 10% fatica persino con frasi brevi. Al polo opposto, solo il 5% della popolazione raggiunge i livelli di eccellenza 4-5, contro una media OCSE del 12%.

La matematica: una sfida ancora più grande
Le difficoltà si amplificano nell’ambito matematico. Il 35% degli italiani si colloca ai livelli più bassi, con capacità limitate a calcoli di base e alla lettura di semplici tabelle. Solo il 6% raggiunge le competenze più elevate, un dato significativamente inferiore al 14% della media OCSE.

Problem solving e sfide contemporanee
In un mondo sempre più complesso e dinamico, il problem solving adattivo è una competenza cruciale. In questo ambito, gli italiani ottengono una media di 231 punti, 15 in meno rispetto alla media OCSE. Questo limita la capacità di risolvere problemi in contesti che richiedono soluzioni creative e flessibili, ostacolando l’adattamento alle sfide tecnologiche, ambientali e demografiche.

La ricerca mette in evidenza forti differenze territoriali. Nel Nord e nel Centro Italia, le competenze tendono a essere in linea con la media OCSE, mentre il Mezzogiorno registra punteggi significativamente inferiori. La situazione più critica si riscontra nel Sud e nelle Isole, dove l’analfabetismo funzionale raggiunge i livelli più alti.

Le carenze nelle competenze hanno un impatto diretto sulla partecipazione civica e sull’inclusione sociale. Gli adulti con livelli di competenza bassi si sentono spesso esclusi dai processi politici e incontrano difficoltà nell’interagire con informazioni complesse, soprattutto in ambito digitale. Questo rappresenta una minaccia per la tenuta delle democrazie moderne, dove è essenziale una cittadinanza consapevole e attiva.
Il report OCSE sottolinea che investire nella formazione e nell’educazione permanente è fondamentale per superare queste carenze. Migliorare le competenze degli adulti significa non solo ridurre il divario rispetto agli altri Paesi, ma anche rafforzare la coesione sociale, stimolare la crescita economica e favorire una partecipazione democratica più inclusiva.

L’Italia, con le sue potenzialità e risorse, può invertire questa tendenza. Tuttavia, è necessario un impegno collettivo che coinvolga istituzioni, imprese, scuole e cittadini, per costruire una società più equa e competitiva