La Margherita Fojuta: un omaggio a Totò e alla tradizione napoletana

21 Febbraio 2025 Off Di Redazione

Una nuova versione della tradizione napoletana prende vita grazie allo chef Ciro di Maio, che ha ideato la “Margherita Fojuta”, una pizza che cela i suoi ingredienti nell’impasto, ispirandosi al celebre “spaghetto alle vongole fujute”. Questa creazione rappresenta un tributo alla cucina povera, al teatro e, soprattutto, all’indimenticabile Totò.
La storia dietro la “Margherita Fojuta”
Nella tradizione culinaria napoletana, preparare un piatto senza il suo ingrediente principale ha dato vita a ricette iconiche, come gli spaghetti alle vongole fujute. La leggenda narra che nel 1947 Eduardo De Filippo, trovandosi con la dispensa vuota dopo uno spettacolo, improvvisò un piatto di spaghetti con aglio, peperoncino e pomodorini, senza vongole. Per donare al piatto un aroma marino, ne enfatizzò il sapore con una generosa dose di prezzemolo, dando vita a un piatto che divenne un classico della cucina napoletana.
Ispirandosi a questa tradizione, lo chef Ciro di Maio, titolare del ristorante San Ciro a Brescia, ha ideato la sua “Margherita Fojuta”. Conosciuto per i suoi video su TikTok e per le iniziative solidali, come l’insegnamento dell’arte della pizza ai detenuti del carcere di Brescia e il recupero dell’acqua avanzata nei bicchieri per il canile locale, lo chef ha voluto rielaborare la pizza più famosa d’Italia in chiave innovativa.
Una Margherita che c’è, ma non si vede
Gli ingredienti della pizza Margherita classica – farina, sale, olio, lievito, basilico, pomodoro e mozzarella – vengono amalgamati direttamente nell’impasto, rendendoli invisibili alla vista ma ben presenti nel sapore. Il risultato è una focaccia gustosa che esalta i sapori della tradizione senza sprechi: persino l’acqua della mozzarella, solitamente scartata, viene riutilizzata.
“Totò diceva sempre che a Milano la nebbia c’è, ma non si vede, e adesso nasce in Lombardia anche la Margherita che c’è, ma non si vede”, scherza chef Ciro. Questo omaggio culinario richiama la celebre battuta tratta dal film “Totò, Peppino e la… malafemmina” (1956), che ha fatto sorridere generazioni di italiani.
Un cibo che fa bene all’umore
Oltre al valore simbolico, la “Margherita Fojuta” potrebbe anche contribuire al benessere. Studi recenti dimostrano che la pizza Margherita può stimolare la produzione di serotonina, il cosiddetto “ormone della felicità”, grazie alla presenza di triptofano nella mozzarella e nell’impasto. Inoltre, i pomodori ricchi di licopene e il basilico con le sue proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e digestive, ne fanno un pasto gustoso e salutare.
“La pizza, se preparata con ingredienti di prima qualità e con olio extravergine di oliva, apporta benefici salutistici ai suoi amanti”, sottolinea lo chef Ciro di Maio. “Grazie ai composti antiossidanti presenti, dalla vitamina C ai polifenoli, la Margherita è un alimento che fa bene al corpo e allo spirito”.

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