Leone XIV, un pontefice per il dialogo: il primo discorso e il messaggio universale della pace
9 Maggio 2025L’8 maggio 2025 Robert Francis Prevost, cardinale statunitense, è stato eletto Papa e ha assunto il nome di Leone XIV. Il suo primo discorso, letto dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro, segna fin da subito una scelta stilistica e simbolica ben precisa: nessuna improvvisazione, ma parole meditate e scandite con lucidità.
Un passaggio storico non solo per il gesto – raro nella storia recente dei pontificati – ma per il contenuto stesso del messaggio. Il nuovo Papa sceglie di non rivolgersi solo ai fedeli cattolici, ma a tutta l’umanità, con toni sobri, inclusivi, non dogmatici. Al centro del discorso, la parola chiave è una: pace. Una pace definita “disarmata e disarmante”, che non nasce dalla forza ma dalla fragilità consapevole, dalla rinuncia alla prevaricazione, dalla ricerca perseverante dell’ascolto. «La pace sia con tutti voi – ha esordito – Questa è la pace di Cristo risorto, una pace disarmata e disarmante, umile e perseverante».
Il Papa ha poi riconosciuto il valore della testimonianza del suo predecessore, Francesco, citando la sua voce debole ma coraggiosa nell’ultima Benedizione pasquale. Si è così inserito nel solco di una Chiesa attenta alle ferite del mondo, ma ha anche introdotto un linguaggio che si fa più ampio, capace di parlare anche a un pubblico laico. Di grande rilevanza il passaggio in cui invita a camminare “mano nella mano con Dio e tra di noi”, un’espressione che, al di là del riferimento religioso, è leggibile come richiamo alla responsabilità collettiva. In tempi segnati da guerre, crisi climatiche, diseguaglianze e divisioni culturali, il Papa propone la via del dialogo, dell’incontro, della costruzione di ponti.
Il richiamo a una Chiesa “sinodale, missionaria e accogliente” è anche un messaggio civile: immaginare un’istituzione – e, per estensione, una società – che non esclude, ma accoglie, che non impone, ma ascolta. In questo senso, il discorso del Papa può essere letto come una proposta etica universale, fondata su valori condivisibili anche fuori dal contesto confessionale: la dignità umana, la solidarietà, la giustizia, il servizio agli altri. Molto personale è stato anche il momento del saluto alla sua diocesi di origine, Chiclayo, in Perù, segno di una spiritualità profondamente radicata nella vita concreta, nelle relazioni vissute, nella memoria dei luoghi e delle persone.
Questo rende la figura di Leone XIV immediatamente riconoscibile come quella di un pontefice vicino alla gente, in continuità con l’attenzione al Sud del mondo che ha caratterizzato il pontificato di Francesco. Infine, il riferimento al giorno della supplica alla Madonna di Pompei, pur inserito in un contesto devozionale, è stato proposto come richiamo al cammino collettivo: affidare le sfide comuni a un orizzonte di senso più alto, che può essere letto anche, in chiave laica, come fiducia nel potere della solidarietà, della speranza e dell’azione comune.
Con questo primo discorso, Papa Leone XIV inaugura un pontificato che si presenta sobrio, consapevole, e fortemente orientato al dialogo umano e culturale.
Le sue parole parlano a credenti e non credenti, a comunità religiose e civili, alla scuola e alla società tutta. In un tempo di grandi incertezze, questo nuovo linguaggio può contribuire a rimettere al centro la responsabilità condivisa verso il bene comune, a partire dalla pace, dall’ascolto e dalla costruzione di relazioni autentiche.
(Fonte foto: Rete Internet)
