Caro amico, sono Alessandro Manzoni
28 Ottobre 2024Nelle ultime settimane, le studentesse e gli studenti della classe seconda del Liceo Scientifico si sono avventurati nello studio e nella lettura dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni.
Dopo aver approfondito la biografia dell’autore, le caratteristiche e gli intenti dell’opera, ai ragazzi è stato assegnato l’esercizio di scrittura creativa che segue:
«Immagina di essere Alessandro Manzoni e di scrivere una lettera a un amico. Scegli una data e un luogo plausibili e coerenti con la biografia dell’autore. I temi della lettera dovranno essere i seguenti: stesura del romanzo, questione della lingua, espediente del manoscritto ritrovato. Ricorda che nelle epistole private gli autori erano soliti raccontare ai propri amici fidati le reali intenzioni, le preoccupazioni e i progetti futuri!».
Il laboratorio di scrittura si è rivelato davvero interessante: di seguito sono riportati alcuni lavori dei ragazzi.
Lettera n. 1 dello studente Gianluca Orifici
«Milano 1820.
Caro Carlo,
sono Alessandro Manzoni. Ti scrivo questa lettera per farti sapere che ho appena incominciato a scrivere il mio nuovo romanzo, che si chiamerà Fermo e Lucia. Come sai, in questo momento sono a Milano e sto lavorando notte e giorno per questa storia. Ti dirò una cosa che nessuno sa: ambienterò il romanzo nel Seicento per evitare la censura e lo scriverò in lingua lombarda, ma vorrei inserire qualche toscanizzazione. Inoltre, vorrei iniziare a scrivere dicendo di aver ritrovato un manoscritto seicentesco. Racconterò la vita di due ragazzi, prossimi al matrimonio, che si chiamano, appunto, Fermo e Lucia. Spero che la mia opera verrà pubblicata, che il popolo sarà interessato e appassionato e che il romanzo sarà letto anche nel resto d’Europa. Mi auguro che leggerai questa lettera e attendo con ansia una tua risposta. Ciao Carlo».
Lettera n. 2 della studentessa Martina Granato
«Milano 1820.
Caro amico mio, sono io che ti scrivo: Alessandro Manzoni. Finalmente ho deciso di raccontare a qualcuno la mia vita. Sono nato a Milano, nel 1785; la mia infanzia è stata un po’ tragica, perché l’ho vissuta in collegio per via della separazione dei miei genitori. Mia madre è Giulia Beccaria, figlia di Cesare Beccaria, che è un autore illuminista dell’opera Dei delitti e delle pene. Sai, però, nel 1805 mi sono traferito a Parigi, dove ho vissuto per un bel po’ di tempo, lì ho frequentato luoghi di alta borghesia e ho conosciuto molti filosofi illuministi. Ho sposato una donna di nome Enrichetta Blondel, con rito calvinista. Dopo aver scritto opere come gli Inni Sacri, le odi Marzo 1821 e Il cinque maggio, ho intenzione di scrivere un romanzo storico. Dovrà essere utile per iscopo, poiché deve insegnare qualcosa a chi legge; dovrà avere il vero per soggetto, in quanto i personaggi dovranno essere verosimili e, infine, vorrei che avesse l’interessante per mezzo, dal momento che il popolo che lo leggerà dovrà interessarsi alla mia storia. Ho pensato di ambientare il romanzo nel Seicento, sai perché, amico mio? Per evitare la censura politica. Voglio anche raccontarti dell’espediente del manoscritto ritrovato: farò finta di aver ritrovato un manoscritto seicentesco anonimo (ho preso ispirazione dall’opera Ivanhoe di Walter Scott) per non correre rischi. In ogni caso, ora devo proprio andare. Ti saluto, è stato davvero un piacere raccontarti una parte della mia vita.
P.S. Ti manderò sicuramente qualcosa da leggere. Attendo una tua risposta.
A presto, A. Manzoni».
Lettera n. 3 dello studente Karol Giordano
«Milano 1819.
Caro Luca,
sono Alessandro Manzoni. Ti scrivo perché vorrei condividere con te una mia idea. Ho pensato di creare un romanzo ambientato nel periodo del Seicento perché è un secolo nel quale la situazione è molto simile ai nostri anni e poi perché ho paura che il mio romanzo non venga pubblicato per colpa della censura. Vorrei che questa storia parlasse di due ragazzi, chiamati Renzo e Lucia: quest’opera dovrà essere utile per far imparare qualcosa a chi lo legge, poi, i personaggi dovranno essere quanto più simili alla realtà e, infine, vorrei che il romanzo che scriverò fosse interessante per chi legge.
Mio caro Luca, ti pongo i miei più cari saluti, alla prossima!
P.S. Aspetterò con ansia una tua risposta».