Insegnare il latino

11 Settembre 2021 Off Di Valerio Auricchio

Oggi, nel terzo millennio, in Italia e in Europa , in un mondo multimediale e multirazziale, una grave crisi di valori e di ideali attraversa la cultura, la scuola e l’università.
Un nichilismo, un pragmatismo, una prevalenza del possesso materiale di beni , una corsa sfrenata all’avere hanno ridotto l’uomo ad uno statico osservatore della realtà e dell’universo, paralizzato di fronte ad una nuova visione del mondo, debole di creare una nuova concezione e creazione di valori sostituibili ai vecchi valori di fede, spirito, umanità, giustizia e libertà della tradizione classica e cristiana
Nel mondo antico al centro della cultura, della religione , della filosofia, delle scienze vi era l’uomo consapevole dei suoi diritti e dei suoi doveri: la morale, il diritto, le arti avevano sostanziato e trasmesso i valori dell’ umanità come armonia, ordine, bellezza, natura, come ricchezza e possesso di beni spirituali. Questi valori quali il senso del divino, il mistero dell’universo, la dignità dell’uomo, la cultura dell’umanità come giustizia, lavoro , patria, famiglia, società, trovano una costante presenza nell’interpretazione filosofica antica, nel mondo greco, da Platone ad Aristotele, e poi nella cultura latina da Cicerone a Seneca, ed infine nel pensiero religioso cristiano in S. Agostino e poi nel Medio evo , con S. Tommaso e poi nel Rinascimento fino all’illuminismo nel Settecento e nell’Ottocento con l’idealismo fino al 1948 con la Dichiarazione dei diritti dell’uomo.
Oggi, pertanto, in una stasi e paralisi di una nuova cultura, di una nuova concezione filosofica da sostituire alle nuove concezioni della “post-religione” , si è frantumata l’ inscindibile unità di spirito e materia dell’uomo, l’essenza spirituale , la componente psichica , riducendo l’individuo in una superfetazione, esaltazione del suo “io” superbo e padrone dell’universo , che non riesce a risolvere i problemi e così confonde materia e spirito , nega il divino e si affida ad un irrazionale e casuale interpretazione della formazione dell’universo, in una corsa sfrenata a miti assurdi , ad una facile ricchezza, ad una forma di pseudovalori .
Questo si spiega perché si è perduta o si va attenuando sempre di più la tradizione classica e cristiana i cui valori di umanità, moralità, di giustizia, i diritti e i doveri dell’uomo hanno accompagnato la storia dell’Italia e dell’Europa occidentale nel corso dei secoli .
Nella scuola, per ripristinare questi diritti, questi doveri e valori si deve tornare ad uno studio più serio e più ordinato del latino ; certamente non si vuole impedire lo studio e la conoscenza delle lingue o del computer, ma ci deve essere più attenzione e maggiore serietà alla lingua e cultura latina per diversi motivi.
Un legame delle nostre radici con il passato per difendere il presente e preparare il futuro è il punto centrale del discorso della lingua latina. La difesa della tradizione classica e cristiana significa la difesa dei valori religiosi, morali, civili, di fede, libertà, giustizia che hanno formato intere generazioni in Italia e in Europa occidentale dal medio evo al Novecento Ma l’insegnamento del latino come lingua e cultura merita un’impostazione rigorosa delle parti del lessico e della sintassi , insegnati con entusiasmo ed interesse, attraverso un continuo confronto con aspetti della società del mondo antico con quella moderna; una verifica ed un richiamo al lessico italiano , alla lingua e alla sintassi , per evidenziare che la lingua latina è una lingua sintetica rispetto alle lingue moderne analitiche e che essa ha subito nel corso dei secoli continue trasformazioni e nuovi valori semantici .
La struttura frasale latina ha certamente il primato nello studio del latino oggi , per cui sono più che mai urgenti non solo nei licei classici, scientifici, pedagogici e linguistici, una lettura di testi ed un approfondimento della letteratura e degli autori ed una interpretazione e comprensione delle componenti lessicali, morfologiche e sintattiche dei testi antichi . Ma credo, anche nei licei tecnici e professionali, il docente di lettere può e deve fornire agli alunni elementi sul significato e l’origine etimologica delle parole con un’analisi della loro formazione, notare le differenze tra la frase latina e quella italiana, ed osservare la presenza di molte parole e termini letterari e tecnici che sono molto presenti nei testi poetici della letteratura italiana, da Dante a Petrarca, da Ariosto a Tasso fino a Foscolo , Leopardi, Manzoni , Carducci , Pascoli o in prosa come nella novella del Boccaccio o nei trattati di storia e politica del Machiavelli al Guicciardini, fino al romanzo verista dell’Ottocento , come quello del Verga o a quello del Novecento come quello del neorealismo del Novecento come quello di Corrado Alvaro, di Levi o di Pasolini perché la struttura linguistica, sintattica e stilistica ha talvolta un andamento complesso, organico, intonato a moduli classici.
Occorrono oggi, da parte dei docenti, un maggiore interesse ed entusiasmo da trasmettere agli alunni per suscitare in loro una riflessione ed un continuo riferimento metodologico alla lingua e ai valori alle nostre origini del mondo classico e cristiano , in cui il senso morale della vita, il rapporto uomo-dio, gli ideali di libertà, di moralità, di indipendenza, il significato di umanità e solidarietà tra gli uomini, il rispetto, i doveri di cittadino nella società, verso lo Stato, la famiglia, sono la linfa vitale dello sviluppo spirituale dell’uomo.
Di qui nasce il valore dell’educazione, perché la cultura, per essere efficiente e salutare, deve essere educazione dell’animo umano, “cultura animi”, come arricchimento e ampliamento dello spirito, che rende l’uomo sempre più umano, più umile, più consapevole dei suoi diritti e doveri verso la famiglia, la società e lo Stato