Classifica Censis delle Università Italiane 2024: Guida per l’Orientamento Universitario

24 Luglio 2024 Off Di Antonio Auricchio

Ogni anno, migliaia di studenti italiani si trovano di fronte a una decisione cruciale: quale università scegliere per il proprio percorso accademico? Per molti, la risposta può essere trovata nella Classifica Censis delle Università Italiane, un’analisi approfondita del sistema universitario nazionale che offre una panoramica dettagliata su oltre 70 diverse categorie.

La Classifica Censis 2024 non si limita a valutare gli atenei in base alla loro reputazione accademica, ma adotta un approccio olistico che prende in considerazione una vasta gamma di fattori cruciali per gli studenti e le loro famiglie:

Strutture e Servizi: Le università vengono valutate sulla qualità delle loro strutture fisiche, dai laboratori alle biblioteche, nonché sulla disponibilità e l’efficacia dei servizi erogati agli studenti, inclusi alloggi, mensa, e supporto didattico.

Supporto Economico: Vengono considerati i programmi di borse di studio e altri interventi volti a sostenere gli studenti economicamente svantaggiati, garantendo un accesso equo all’istruzione superiore.

Internazionalizzazione: L’apertura verso il contesto internazionale è un criterio sempre più rilevante. Le università vengono giudicate sulla presenza di programmi di scambio internazionale, collaborazioni con istituzioni estere e l’offerta di corsi in lingua inglese.

Digitalizzazione: In un’epoca sempre più digitale, la capacità delle università di offrire servizi online efficaci e piattaforme didattiche avanzate è un elemento cruciale nella valutazione.

Occupabilità: La Classifica Censis considera anche l’efficacia con cui le università preparano gli studenti al mondo del lavoro, monitorando i tassi di occupazione post-laurea e la qualità dei collegamenti con le imprese.

Questa classifica non è solo un elenco di numeri e dati, ma uno strumento di orientamento che aiuta gli studenti e le loro famiglie a prendere decisioni informate. Ogni variabile considerata – dalle strutture alle opportunità di lavoro – riflette l’impegno delle università nel fornire un ambiente accogliente e stimolante per lo studio e la crescita personale.

I mega atenei statali (con oltre 40.000 iscritti). Le prime tre posizioni sono occupate anche quest’anno dall’Università di Padova, prima con un punteggio complessivo di 89,5, seguita dall’Università di Bologna e dalla Sapienza di Roma, con i punteggi di 87,5 e 84,3. Sale al quarto posto l’Università di Palermo (83,8), che guadagna rispetto allo scorso anno 3 posizioni, seguita dall’Università Statale di Milano (83,2): stabile al quinto posto, supera l’Università di Pisa (82,8) retrocessa in sesta posizione. Settima nella graduatoria dei mega atenei è l’Università di Torino che, con il punteggio complessivo di 82,7, scala una posizione. Chiudono la classifica l’Università di Firenze (82,3) e quella di Napoli Federico II (73,5), rispettivamente in penultima e ultima posizione.

I grandi atenei statali (da 20.000 a 40.000 iscritti). L’università della Calabria si colloca al vertice con un punteggio totale di 92,2, superiore a quello dell’Università di Pavia (89,5), che retrocede in seconda posizione. Terza in graduatoria è l’Università di Perugia (87,7), seguita da quella di Parma (87,2) e da quella di Cagliari (86,5), che avanzano, guadagnando il quarto e quinto posto. Salda in sesta posizione, al pari dello scorso anno, è l’Università di Salerno (85,8). In settima e ottava posizione si collocano l’Università di Milano Bicocca(85,7) e l’Università di Roma Tor Vergata (84,5).

I medi atenei statali (da 10.000 a 20.000 iscritti). Apre anche quest’anno la classifica l’Università di Trento che con il punteggio di 94,5 mantiene la prima posizione, seguita come lo scorso anno dall’Università di Udine (93,2). Il terzo posto del podio è occupato dall’Università di Sassari (91,7), che guadagna una posizione, al pari dell’Università Politecnica delle Marche (91,0), che approda al quarto posto e precede l’Università di Siena (90,5), quinta tra i medi atenei statali.

I piccoli atenei statali (fino a 10.000 iscritti). Stabile al primo posto l’Università di Camerino, con un punteggio complessivo pari a 98,8, seguita dall’Università della Tuscia, che con 88,5 mantiene la seconda posizione. Salde in terza e quarta posizione l’Università di Macerata (86,7) e l’Università di Cassino (86,0).

I politecnici. In vetta anche quest’anno il Politecnico di Milano (con il punteggio di 98,7 punti), seguito dal Politecnico di Torino (92,0). Terzo in graduatoria il Politecnico di Bari (87,8). Chiude la classifica lo IUAV di Venezia con 87,7 punti.

Gli atenei non statali. Entra nel gruppo dei grandi atenei non statali (oltre 10.000 iscritti) per la prima volta la Luiss, posizionandosi con il punteggio totale di 96,0 al vertice della graduatoria. Seguono in seconda e terza posizione l’Università Bocconi (92,0) e l’Università Cattolica (78,2). Tra i medi atenei non statali (da 5.000 a 10.000 iscritti) è la Lumsa a primeggiare (83,4), a cui si accodano lo Iulm (81,4) e l’Università Suor Orsola Benincasa (75,0). Tra i piccoli atenei non statali (fino a 5.000 iscritti) mantiene la posizione di vertice la Libera Università di Bolzano (95,0).

Con 963 variabili valutate, la Classifica Censis 2024 rappresenta un punto di riferimento fondamentale per chiunque stia considerando l’iscrizione a un’università italiana. I dati e le analisi presentate non solo guidano nelle scelte accademiche, ma promuovono anche una maggiore trasparenza e accountability nel sistema universitario nazionale. Scegliere un’università è una decisione che influenza profondamente il futuro degli studenti, e la Classifica Censis si pone come un valido strumento per supportare questo processo decisionale in modo consapevole e informato.