Dante Alighieri e la Divina Commedia
6 Marzo 2022Pubblichiamo l’articolo degli alunni della classe 2^ della SS1G
Dante Alighieri nasce a Firenze nel 1265 da una famiglia piccola ma molto antica. Una tappa fondamentale della vita sentimentale e spirituale di Dante è costituito dal suo amore per Beatrice, nome forse di Bice Portinari ,di cui non sappiamo molto ma sicuramente che ha rappresentato per Dante il tramite,il mezzo per raggiungere Dio; Beatrice infatti rappresenta l’amore spirituale,pulito,sano .
Dante giovane, comincia a prendere parte alla vita politica della sua città, all’epoca divisa in guelfi bianchi e guelfi neri. Egli ,che appartiene ai guelfi bianchi, ottiene importanti cariche pubbliche e nel 1300 è uno dei sei priori che governano Firenze. Con questo incarico si reca a Roma da papa Bonifacio VIII per svolgere una missione diplomatica ,però in sua assenza i guelfi neri riescono a impossessarsi del potere e lo accusano di baratteria e, poiché egli rifiuta di sottoporsi al processo , lo condannano all’esilio. Dante inizia così la sua vita di esule, presso le più importanti Signorie i cui governatori lo accolgono con favore a causa della fama e gloria delle sue opere. Durante l’esilio Dante si dedica alla stesura di opere importanti. Muore nel 1321 a Ravenna, dove viene sepolto.
Oltre alla Divina commedia, Dante è autore di opere sia in latino che in volgare di vario genere e argomento. In volgare egli scrive le “Rime” ,una raccolta di versi in cui racconta la trasformazione della passione terrena per Beatrice, in un amore infinito che lo avvicina a Dio, in latino invece compone diversi trattati, come il “De Vulgari Eloquentia” in cui esalta l’importanza e la bellezza del volgare ai cultori del latino e il “ De Monarchia” in cui affronta il problema del rapporto tra il potere dell’imperatore e quello del papa.
Divina Commedia
Il vero capolavoro di Dante però è di certo “La Divina Commedia”, un poema composto da Dante negli anni dell’esilio. L’opera narra il viaggio immaginario, ma descritto come fosse reale, compiuto attraverso i tre regni dell’oltretomba: Inferno, Purgatorio e Paradiso. È suddivisa in tre cantiche, corrispondenti ai tre luoghi attraversati dal poeta. Nella struttura della Divina Commedia si ripete il numero 3: 3 le cantiche,3 le guide,3 le fiere,3 i versi che compongono le terzine…infatti il numero tre già nell’antichità, era considerato un numero magico, mentre nella cultura cristiana, simboleggia la Trinità.
La Divina Commedia è un poema allegorico, ovvero dietro al significato letterale si nasconde un significato astratto , ideale: il protagonista rappresenta l’intera umanità, la selva oscura simboleggia il peccato, il viaggio che intraprende indica la vita, mentre Virgilio e Beatrice rappresentano la ragione umana e la grazia divina, il cui compito è condurre l’uomo verso Dio. Nella Divina commedia, Dante riprende elementi comuni, che a loro volta si basano sulle conoscenze scientifiche dell’antichità. Il modo in cui colloca i personaggi trae ispirazione dalla Bibbia. Subito dopo la creazione dell’universo, Lucifero, l’angelo più bello, si ribellò insieme a un esercito di altri angeli. Per questo venne trasformato nel più mostruoso dei demoni ,il punto più lontano da Dio. La sua caduta provocò una voragine che divenne l’Inferno, un luogo sorvegliato dai diavoli ;come conseguenza di questa caduta si creò dalla parte opposta della voragine una montagna ,il Purgatorio ,dove si trovano le anime di coloro che, pentendosi prima della morte ,si trovano lì per purificarsi, espiare i loro peccati, quindi la loro pena è transitoria, contrariamente le anime dei peccatori infernali non vedranno mai la fine delle loro sofferenze poichè non morirono in grazia di Dio ma nel peccato. Sulla cima si trova il Paradiso terrestre, luogo ameno,bellissimo,ricco di luci, colori musica melodiosa e canti.. Intorno ruotano sfere dei cieli e sopra di esse è l’Empireo, sede di Dio. Da qui gli spiriti beati raccolti nella candida rosa ,e l’anfiteatro celeste, sede degli angeli godono tutti della visione di Dio , felicità eterna