Le conseguenze del lockdown sul  benessere dei  bambini e degli adolescenti

26 Marzo 2022 0 Di Valerio Auricchio

II covid ha la lasciato un segno anche sullo stato piscologico dei ragazzi,  lasciato un’eredità molto pesante per le  famiglie e la scuola. Il quadro rappresentato in un articolo apparso su Avvenire descrive i ragazzi , usciti dalla pandemia, da una scuola vissuta spesso da casa, “Fragili, chiusi, sempre più in difficoltà nel relazionarsi con gli altri” .  La DAd (didattica a distanza) se da un lato ha reso possibile continuare ad assicurare il funzionamento delle scuole, dall’altro ha certamente contribuito ad isolare i ragazzi  attraverso anche relazioni sempre più virtuali.

Le valutazioni  Invalsi 2021 hanno rivelato le conseguenze negative del lockdown che si sono fatte sentire in particolar modo  sull’acquisizione di competenze scolastiche di base e sulla crescita della povertà educativa, soprattutto sugli studenti delle scuole secondarie e del Sud del Paese . Altro dato negativo riguarda l’aumento della dispersione scolastica  (34.000 studenti a rischio di dispersione alle superiori). Queste criticità sono da addebitare molteplici ragioni, quali i gap nella digitalizzazione del Paese, la carenza nelle famiglie italiane di un numero soddisfacente di device, le lacune nelle competenze tecnologiche di alunni e insegnanti, i ritardi nell’adeguamento delle attività curricolari, le difficoltà genitoriali nel garantire un affiancamento dei figli nello studio.

L’AIE Associazione italiana di Epidemiologia ha pubblicato un lavoro da cui emerge  che per 9 studenti su 10 i compiti in classe e le interrogazioni sono fonte di ansia e stress, più del 60% riporta episodi di attacchi di ansia o di panico prima di una verifica, la maggior parte degli studenti sente il peso fortissimo, quasi oppressivo, del “giudizio” della interrogazione. Questa indagine rileva la grande difficoltà nell’affrontare gli impegni e la vita scolastica, talvolta non solo quella purtroppo, i carichi e le prove scolastiche sono vissuti come macigni con gravi conseguenze sullo stato  complessivo di benessere psicologico che potrebbe avere risvolti drammatici sulla salute fisica e mentale nel medio e lungo periodo.

Sono stati registrati in  aumento i casi di  sovrappeso e di  infantile, già tendenzialmente in crescita prima della pandemia, disturbi della qualità e quantità del sonno e un peggioramento ella gestione del tempo libero, con un aumento del tempo passato di fronte a tablet, pc e social media,24 al di là di quanto richiesto per la partecipazione alle lezioni a distanza.  

È stato, infine, rilevato dallo studio dell’AIE  un aumento, soprattutto tra gli adolescenti,  degli episodi di autolesionismo e di sintomi di depressione e ansia oltre che dei disturbi dell’alimentazione. Tra i bambini più piccoli, invece, sono emerse una maggiore irritabilità, disturbi del sonno e sintomi di stress, come irrequietezza e ansia da separazione.

L’AIE sottolinea che questi tre impatti (sull’apprendimento, sulla salute fisica e su quella mentale) interagiscono sinergicamente tra loro, contribuendo a delineare un impatto fortemente negativo derivante dalla chiusura delle scuole e difficile da approcciare senza interventi capaci di contrastare contemporaneamente le diverse dimensioni considerate. È, inoltre, da considerare che la frequenza scolastica non è importante soltanto per l’apprendimento di nozioni cognitive, ma anche perché è il luogo privilegiato per acquisire competenze relazionali, sociali, emotive e culturali che risultano fondamentali per l’impostazione di traiettorie di vita salutogeniche nel breve, medio e lungo periodo, garantendo il conseguimento di un titolo di studio, una collocazione occupazionale soddisfacente e una partecipazione soddisfacente alla vita sociale.

Da qui la necessaria presenza degli psicologi ed il lavoro dei pedagogisti nelle scuole come elemento essenziale dell’educare, del far crescere, non per il desiderio di medicalizzare la scuola, ma a sostegno del lavoro della comunità educante con l’obiettivo del benessere dei nostri ragazzi e dei nostri bambini. “Ascolto” è la parola d’ordine, l’atteggiamento essenziale per stare in questo tempo complesso accanto alle giovani generazioni. Un ascolto attivo che vede impegnati in prima persona gli insegnanti e supportati da Psicologi e personale degli sportelli di ascolto delle scuole stesse. Sono spesso loro a rilevare le fatiche e gli stati degli studenti che cercano una guida, un appoggio, un consiglio e su questo terreno il lavoro di coinvolgimento fatto con i genitori è fondamentale.

Quindi va progettata  una strategia organica di investimento per la scuola, che pianifichi in modo coordinato, multilivello e secondo un approccio multidisciplinare, un intervento attraverso anche l’utilizzo   delle risorse messe a disposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza .