Paola Riccora e l’eredità artistica di Emilia Vaglio: tra le righe del teatro napoletano
24 Novembre 2023Di giorno madre e di notte scrittrice di teatro, firmava le sue opere come Paolo Riccora, anagramma del nome del marito, Caro Capriolo. Stiamo parlando di Emilia Vaglio, classe 1884, nata a via Foria a Napoli, dove viveva assieme alle sue sette sorelle. Suo padre, Nicola Vaglio, immaginò per loro un solo obiettivo: il matrimonio. All’età di quattordici anni Emilia Vaglio si fidanzò con il diciannovenne Caro Capriolo e dalla loro unione nacquero due figli: Gino e Renata.
Il marito era specializzato in contratti ed in vertenze teatrali permettendo così alla sua consorte di frequentare gli ambienti di teatro e conoscere tante celebrità del momento, come l’attrice Eleonora Duse. Durante la prima guerra mondiale l’avvocato Capriolo fu chiamato alle armi ed Emilia fece di tutto per non far mancare nulla alla sua famiglia: di giorno cuciva e di notte, grazie ad un lavoro datole, non senza perplessità, dall’impresario del Teatro Nuovo, Eugenio Aulicino, traduceva dal francese al napoletano alcune pochades (prose francesi).
Così, il 26 febbraio 1916, andò in scena “Nu’ mese o’ffrisco”, dalla pochade “Vingt journs a l’ombre”: un vero trionfo. A queste ne seguirono tante altre, tutte di successo ed in molti iniziavano a chiedersi chi ne fosse l’autore. A svelare l’arcano fu Matilde Serao e da quel momento, Emilia firmò tutte le sue future opere non più come Paolo Riccora ma come Paola Riccora, al femminile, e fornì al Teatro Nuovo oltre sessanta traduzioni e riduzioni di pochades francesi. Dopo la guerra, l’abitazione dei coniugi Capriolo divenne un vero centro di incontro tra scrittori, registi ed attori. Un giorno, si presentarono da loro i fratelli De Filippo.
Il maggiore di loro, Eduardo, chiese a donna Paola una commedia e lei gli diede “Sarà stato Giovannino” che venne rappresentata, per la prima volta, al Sannazaro di Napoli il 2 febbraio del 1933. Fu un grande successo di critica e di pubblico, il primo di una lunga serie per i De Filippo per merito di una delle più grandi commediografe napoletane che non fece altro che trascorrere le sue notti ad adattare e correggere le sue vecchie commedie richieste in tutta Italia, fino alla sua scomparsa, avvenuta il 20 febbraio del 1976.