Maschere e trionfi: il ruolo decisivo di Paola Riccora nella carriera dei De Filippo 

21 Dicembre 2023 Off Di Rita Terracciano

«Voglio ‘na commedia, donna Paola!». Fu la semplice richiesta formulata da un giovane Eduardo De Filippo nei confronti di Paola Riccora, una delle poche donne che hanno fatto la storia del teatro. Detto fatto: nacque una proficua collaborazione tra l’autrice e la Compagnia Teatro Umoristico I De Filippo che esprimerà di lì a poco “Sarà stato Giovannino” della Riccora, rappresentata al teatro Sannazaro il 14/02/1933. 

 Accanto ad Eduardo e Peppino, che interpretavano rispettivamente Giovannino e Carlo, troviamo la sorella Titina (Lisa) e, fra gli altri, Tina Pica e Pietro Carloni. Fu questo il primo grande successo dei De Filippo, riconosciuto in modo unanime dalla critica, con una commedia non scritta da loro: Paola Riccora fornì ad Eduardo il modo per realizzarsi con una grande interpretazione; forse, fu proprio con il personaggio di Giovannino che nacque quella maschera fatta di silenzi e di sguardi, che il grande attore porterà in seguito alla perfezione. Il 28 marzo del 1934, la Compagnia portò in scena la commedia al Teatro Odeon di Milano. 

Per l’evento Eduardo scrisse una lettera all’autrice, datata Milano, 26 marzo 1934, non solo per testimoniarle la profonda stima che nutriva nei suoi confronti ma pure per renderla partecipe delle vicende che accompagnavano le varie messinscene del suo testo. Ne riportiamo uno stralcio, da una lettera autografa, datata Milano, 26 marzo 1934, dove Eduardo accenna ad una caduta riferitagli dalla Riccora che le impedì di recarsi a Milano per la prima de “Sarà stato Giovannino” reperito da “I grandi pensionati della memoria”, di Giuseppina Scognamiglio (ed. La valle del tempo, 2022): 

 “Carissima Donna Emilia (vero nome di Paola Riccora, ndr.), che diavolo avete combinato? Non c’è che dire: ce ponno cchiù ll’uocchie… L’invidia non ci lascia tranquilli e riesce, in parte, a darci dei dispiaceri. […] Cominciamo da me, o per meglio dire dal mio fegato: il dolore alla mia spalla insiste e mi tiene in uno stato di nervosismo insopportabile e tedioso da parte di quelli che hanno la disgrazia di vedermi tutti i giorni. L’influenza non mi lascia dal giorno del debutto ed una tosse ostile non trovò mai residenza più adatta. Peppino, meno il fegato, si trova esattamente nelle mie condizioni. La Pica son tre giorni che riposa a letto per forte raucedine e ripiglierà le sue recite con Giovannino, Peppino De Martino è stato a letto con febbre fortissima e dolori e solamente ieri ha ripreso il suo lavoro. 

Titina è stata colpita da influenza non meno forte della mia, infine il povero Argeri con bronchite e polmonite. In compenso però il consenso è stato pieno sotto ogni punto di vista. Tutta la stampa d’accordo e finanziariamente è stato un trionfo. Trionfo che si ripeterà con Giovannino. Ho ricevuto una lettera del Commendatore. Dove diceva, per la prima di Giovannino un periodo poco propizio. Non è vero, perché la commedia avrà repliche necessarie e siamo già d’accordo con l’impresa che ripiglierà dopo il giorno di riposo, cioè venerdì, poi ci saranno le doppie repliche e il vostro Giovannino potrà avere, grazie alle feste, un numero superiore di spettatori. 

 Poi, credetemi, non ho pensato affatto alla Pasqua. Ho solamente tenuto conto del programma di Torino: Chi è chiu felice e me, Ditegli sempre di sì, e come terza novità Giovannino. Non credo, in tal modo, di recar danno alla commedia, sapete bene quanto mi stia a cuore, ad ogni modo vi chiedo scusa e spero di compensarvi con il successo e col dare al personaggio tutta la mia forza. Sono veramente addolorato della vostra caduta, soprattutto perché qui a Milano per la vostra commedia c’è grande aspettativa […] così faremo crepare tutta l’invidia di questo mondo. Vi bacio la mano e vi prego di porgere una stretta di mano all’avvocato Caro e formulando tutti i miei auguri per la vostra guarigione mi dico vostro. Eduardo De Filippo”. 

Nonostante i De Filippo fossero poco conosciuti, nel capoluogo lombardo la sera della prima il successo fu davvero eccezionale. Eduardo ha sempre riconosciuto appieno il contributo dato al suo teatro dalla scrittura della Riccora e gliene fu sempre grato. 

(Fonte foto: Rete Internet)