La presa di Cristo di Caravaggio alla Fondazione Banco di Napoli

29 Marzo 2024 Off Di Valerio Auricchio

E’ in esposizione fino al 16 giugno 2024 nelle sale della la Fondazione Banco di Napoli in via dei Tribunali 213 , il dipinto “La presa di Cristo” di Michelangelo Merisi da Caravaggio. Si tratta di una delle opere più intense dell’attività romana del pittore di cui si rintracciano due versioni autografe: quella ora esposta a Napoli e quella della Compagnia dei Gesuiti di Dublino, in deposito presso la National Gallery of Ireland dal 1993.

L’opera, prima di arrivare negli spazi di Palazzo Chigi ad Ariccia (Roma) lo scorso anno e ora a Palazzo Ricca, era stata esposta soltanto nel 1951 alla storica “Mostra del Caravaggio e dei caravaggeschi”, a cura di Roberto Longhi (che l’aveva ritrovata nel 1943), quando si presentava sporca e con varie ridipinture, rimosse dopo il recente restauro.

L’opera è stata sottoposta a indagini diagnostiche che ne confermerebbero l’autografia, evidenziando pentimenti estesi e modifiche della composizione. Quando fu ritrovato da Longhi nel 1943 in collezione Ruffo di Calabria, infatti, il quadro fu considerato solo la miglior copia di un dipinto perduto, di analogo soggetto, segnalato in collezione Mattei, ascrivibile alla committenza di Ciriaco Mattei, che lo pagò a Caravaggio nel 1603 (ma il lavoro fu completato l’anno precedente). Molto più di recente, nel 2003, l’opera fu acquistata dall’antiquario romano Mario Bigetti. Il restauro intrapreso nel frattempo, rivelando la qualità del dipinto, avrebbe spinto a identificarlo proprio con l’originale Mattei. Nel 1993, Sergio Benedetti aveva ritrovato, nel convento di Sant’Ignazio dei Gesuiti di Dublino, una seconda versione autografa del soggetto (ora nei depositi della National Gallery of Ireland), ritenuta oggi dagli studiosi una replica del quadro protagonista della mostra di Palazzo Chigi.

Il visitatore ha l’opportunità di visionare gli originali di tre documenti custoditi dall’Archivio Storico del Banco di Napoli, relativi al soggiorno del pittore lombardo a Napoli: la committenza del mercante Nicolò Radolovich al maestro per una pala d’altare (6 ottobre 1606), il pagamento per la realizzazione dell’opera Sette opere di Misericordia (9 gennaio 1607), conservata presso la chiesa del Pio Monte della Misericordia, ed infine un documento dell’11 maggio 1607 relativo alla Flagellazione di Cristo del museo di Capodimonte, un tempo nella chiesa napoletana di San Domenico Maggiore.

La mostra è corredata di pannelli didattici che danno conto della storia della composizione, attraverso la ricerca delle numerose copie e varianti e un’accurata documentazione di tutti i risultati diagnostici realizzati nell’ultimo ventennio.

L’esposizione si completa con l’approfondimento documentario e multimediale negli spazi del museo il Cartastorie. Dalla documentazione archivistica si passa alle narrazioni multimediali del museo, prima fra cui quella dedicata al Caravaggio, per poi proseguire a scoprire la ricchezza delle storie contenute nelle scritture dell’Archivio Storico del Banco di Napoli, recentemente entrato a far parte del patrimonio UNESCO.