Il linguaggio degli uccelli: tra poesia e cinema
11 Dicembre 2023La sonorità dei versi degli uccelli ha affascinato e suggestionato molti autori fin dall’antichità. Il commediografo greco Aristofane, ad esempio, mette in scena nel 414 a.C. una commedia, intitolata “Gli uccelli”, che racconta la fantasiosa fondazione di una città sospesa tra il cielo e la terra, amministrata congiuntamente da uomini e volatili, di cui vengono riprodotti i versi attraverso originalissime onomatopee.
Far parlare gli uccelli è una stravaganza che non poteva non piacere anche agli scrittori del Barocco: Giambattista Marino, ad esempio, nel poema “Adone” (canto VII, ott. 32-56) mette in scena la gara canora tra un musico ed un usignolo, capace di variare il proprio verso alla stregua di un abile cantante lirico. L’uccello morirà nel vano tentativo di imitare gli effetti musicali del liuto del suo rivale.
Nel 1966 Pier Paolo Pasolini gira un film che potrebbe essere definito una “favola filosofica”: “Uccellacci e uccellini”, interpretato da Totò e Ninetto Davoli (foto) e da un corvo parlante. Agli attori il regista affida la parte di un padre e un figlio vaganti per le periferie di Roma, accompagnati dal corvo parlante che incarna un petulante ideologo marxista («un intellettuale di sinistra», precisa Pasolini, «di prima della morte di Palmiro Togliatti»). Il corvo incalza Totò e Ninetto con mille domande ed esasperanti, noiosissimi discorsi, tanto che alla fine i due, stanchi delle sue chiacchiere saccenti, lo uccidono e se lo mangiano. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha vinto 2 Nastri d’Argento.
Volatili terrificanti sono quelli del film “Gli uccelli” (1963) di Alfred Hitchcock, uno dei capolavori del regista inglese, tratto da un racconto della scrittrice, anch’essa inglese, Daphne du Maurier (1907-1989): torme di corvi e gabbiani assediano una cittadina della California, provocando un improvviso ribaltamento del tradizionale rapporto uomo-natura e costringendo gli abitanti a lasciare le proprie case ed a fuggire per non essere uccisi.
(Fonte foto: Rete Internet)