Scoperta al Parco archeologico di Ercolano
15 Ottobre 2021Sensazionale scoperta durante una campagna di scavi al Parco archeologico di Ercolano. E’ stato rinvenuto lo sceletro di un uono che stava scappando dalla violenza di fuoco e gas del Vesuvio. Il rinvenimentro è sulla spiaggia quindi ad una passo dalla salvezza per il povero sventurato.
La comunicazione è stata data dal direttore del parco Francesco Sirano che ha voluito sottolineare l’importanza della scoperta dichiarando che si tratta di “Un ritrovamento da cui ci aspettiamo moltissimo”. Il ministro della cultura Franceschini ha accolto la notizia con grande soddisfazione definendola una “scoperta sensazionale”. Gli esperti hanno potuto affermare ce si tratta dei resti di maschio di età matura che secondo i primi esami antropologici dovrebbe avere avuto tra i 40 ed i 45 anni. Il corpo era riverso con la testa all’indietro in direzione del mare e circondato da pesanti legni carbonizzati. Le ossa sono di un rosso acceso a causa dell’impronta lasciata dal sangue della vittima” in conseguenza del particolarissimo processo di combustione provocato a Ercolano dalla corrente di magma, cenere e gas arrivata dal Vesuvio.
Le operazioni di scavo continuano e si intende rimuovere i resti insieme ad una porzione più grande della roccia lavica nel quale è incastonato con l’aiuto di speciali lame di metallo per approfondire la ricerca in laboratorio.
Il Direttore del Parco archielogico ricorda che “Gli ultimi momenti qui furono istantanei, ma terribili. Era l’una di notte, quando il flusso piroclastico esploso dal vulcano raggiunse per la prima volta la cittadina con una temperatura di 300-400 gradi, anzi, secondo alcuni studi anche 500-700 gradi. Una nube bollente che correva verso il mare ad una velocità di 100 chilometri all’ora ed era così densa da non avere ossigeno”. Un inferno in terra “che in pochi minuti travolse e inghiottì la parte più alta della città, sradicando i tetti e falcidiando uomini e animali con un calore tale da far evaporare i corpi”. Per l’uomo appena ritrovato una morte atroce, che “deve aver visto in faccia”. Il racconto sottolinea l’atroce fine del fuggiasco e della sua terribile morte.