Presepista o alberista?

19 Dicembre 2022 Off Di Rita Terracciano

“L’uomo di libertà preferisce l’albero di Natale; l’uomo d’amore, invece, preferisce il presepe. I giovani d’oggi, mi dispiace dirlo, preferiscono l’albero di Natale” (dal film Così parlò Bellavista, 1984, tratto dal romanzo omonimo, sceneggiato e diretto da Luciano De Crescenzo).

Così il professore Gennaro Bellavista, filosofo in pensione, racconta ai suoi amici-alunni della vera essenza della meridionalità e degli elementi che la caratterizzano. Tra questi c’era ovviamente il presepe, già allora contrapposto simbolicamente all’altra grande tradizione natalizia, quella dell’albero. Ma si sa: se si vuole essere un buon napoletano, bisogna amare il presepe più dell’albero.
Costruito per primo da San Francesco nella grotta di Greccio (Rieti) nel 1223, il presepe è entrato da allora a far parte della tradizione napoletana. Nel XVIII secolo vengono fissate le regole di costruzione dei pastori del ‘700 napoletano; Carlo III di Borbone amava molto costruire presepi e se lo faceva il re, a maggior ragione lo faceva tutto il popolo napoletano. Non è un caso se a Napoli, a San Martino, è custodito il Presepe Cuciniello, il più grande del mondo.
Il secondo presepe al mondo è a San Paolo di Brasile, nel Museu di Arte sacra, portato da Napoli nel 1939 da Ciccillo Matarazzo, figlio del conte Francesco.
Sempre a San Martino si può vedere uno dei presepi più antichi tra quelli che si trovano nel capoluogo della Campania, costruito nel 1478, dai fratelli Alemanni, per la chiesa di San Giovanni a Carbonara.
Il vero testimonial del presepe fu, a Napoli, il frate domenicano padre Gregorio Rocco (1700-1782; al suo nome, dal 1936 al 2012 è stato intestato il Liceo classico a Madonna dell’Arco, nel comune di Sant’Anastasia): nelle sue edicole votive si sviluppò una nuova immagine della natività, dove la ricostruzione non è più inserita nel contesto originale di Betlemme ma una riproduzione della natività integrata con le scene di vita quotidiana di Napoli: l’acquaiuolo, il pescivendolo, la lavandaia e così via, dando i natali al presepe moderno così come lo intendiamo oggi, con la grotta a fianco al macellaio ed all’osteria.
Celebre è via San Gregorio Armeno, famosa in tutto il mondo per la presenza di botteghe artigiane dei presepi che per tutto l’anno realizzano statuine per i presepi, sia canoniche che originali. Solitamente gli eccentrici artigiani si divertono nel riprodurre ed esporre statuine di personaggi famosi dell’attualità.
E a voi, ve piace ‘o presepe?

Presepe Cuciniello di San Martino