Dimensionamento scolastico, il Tar della Campania accoglie la richiesta della Regione Campania

31 Ottobre 2023 Off Di Redazione

Il Tar Campania – Sez. IV 30 ottobre 2023, n. 5884- , accogliendo il ricorso della Regione, ha sospeso il decreto interministeriale sul dimensionamento scolastico ed ha rimesso alla Corte Costituzionale la questione di legittimità della norma.

Il MIM , accertato il decremento della popolazione, aveva deciso di ridurre il numero degli Istituti scolastici n tutto il Paese: in Campania, in particolare, le scuole passavano da 965 a 839. 

Il provvedimento comporta l’accorpamento di istituti, classi più numerose, riduzione di personale, tra dirigenti scolastici, docenti e collaboratori amministrativi. 

“Un’assurdità – ha ribadito De Luca – nel momento in cui diventa ancora più necessaria un’attività educativa e di cura dei ragazzi, soprattutto nei quartieri più a rischio”.  “L’accoglimento del nostro ricorso ferma la scellerata decisione del governo di tagliare scuole, risorse e personale scolastico in Campania.    Avevamo rilevato nei mesi passati l’assurdità del ridimensionamento delle attività scolastiche, soprattutto nel momento in cui diventa ancora più necessaria un’attività educativa e di cura dei ragazzi, soprattutto nei quartieri più a rischio”.

 Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha già annunciato che impugnerà la sentenza, sollevando, nella forma, il dubbio sulla competenza della pronuncia giurisdizionale da parte di un tribunale amministrativo regionale per una norma di carattere nazionale, e sottolineando nel merito che la riforma non determina chiusure di plessi o riduzione di servizi.

Per dirimere la questione il TAR ha deciso di  trasmettere gli atti alla Corte costituzionale che potrebbe esprimersi anche in tempi brevi. Allo stato attuale l’esito è incerto perché, sulla base di una precedente sentenza alla luce del Titolo V, i criteri e i parametri imposti dalla legge di bilancio (si parla dell’articolo 1, comma 577 della legge 197/2022) dovevano essere stabiliti previo tentativo di accordo in Conferenza Unificata. Il TAR afferma che la questione di legittimità costituzionale non è manifestamente infondata e per questo motivo tutta la controversia dovrà essere affrontata dalla Corte Suprema.

Nella questione è chiara anche la posizione della FLC CGIL Campania che aveva condiviso con la Regione “le problematiche che l’applicazione ‘ragionieristica’ del provvedimento avrebbe provocato. Non si perdono solo istituzioni scolastiche, dirigenti e direttori dei servizi amministrativi, ma le conseguenze di quel decreto avrebbero inciso sulla formazione delle classi elevandone il numero, avrebbe chiuso classi troppo poco numerose delle zone interne, avrebbe ridotto gli organici dei docenti ma soprattutto del personale ausiliario, tecnico e amministrativo. Grande, quindi, la soddisfazione per essere riusciti ad imporre un primo stop ed obbligare il governo a rivedere le proprie politiche scolastiche”.