L’evoluzione della navigazione medievale: dall’orientamento a vista alla bussola

24 Settembre 2024 Off Di Rita Terracciano

Durante il Medioevo, le tecniche di navigazione non erano molto diverse da quelle utilizzate nell’antichità, quando si navigava prevalentemente vicino alla costa, evitando lunghe traversate in mare aperto. Gli strumenti per orientarsi erano limitati, e ci si affidava principalmente alla posizione delle stelle per mantenere la rotta.

Tuttavia, tra il XII e il XIII secolo, innovazioni provenienti dal mondo arabo e dall’Estremo Oriente rivoluzionarono i viaggi in mare, rendendoli più sicuri e precisi. Prima dell’introduzione di strumenti moderni, i navigatori medievali si orientavano osservando le costellazioni, una pratica che permetteva loro di determinare la posizione, specialmente in mare aperto. Le traversate di grandi distanze erano però rare, e venivano effettuate solo in casi eccezionali, per lo più in prossimità della costa. A partire dal XIII secolo, l’introduzione dei portolani, mappe che indicavano porti, approdi e distanze, fu uno dei primi strumenti a rivoluzionare la navigazione.

Queste mappe erano utilizzate insieme all’astrolabio, un antico strumento astronomico che permetteva di calcolare la latitudine della nave grazie all’osservazione del Sole e delle stelle, facilitando viaggi di lunga distanza. Un cambiamento ancora più significativo fu l’introduzione della bussola, originaria della Cina e introdotta in Europa grazie ai contatti con il mondo arabo. La bussola permise ai navigatori di orientarsi con precisione anche in condizioni di scarsa visibilità, stabilendo il nord con l’ago magnetico. Il nome “bussola” deriva dal termine latino buxula, che indicava una piccola scatola di legno in cui era custodito l’ago.

Anche le imbarcazioni subirono significative innovazioni tecniche. La vela latina (triangolare), già in uso dall’antichità, fu perfezionata, migliorando il controllo sulla direzione e la velocità della nave. Inoltre, nel tardo Duecento, il timone fu spostato sulla poppa, rendendo le manovre più agevoli rispetto a quando era posizionato lateralmente. Nonostante queste innovazioni, i viaggi marittimi medievali restavano pericolosi, con rischi legati a tempeste e pirati. Le lunghe traversate, come quelle da Venezia verso la Terrasanta, venivano solitamente effettuate in convogli per garantire maggiore sicurezza. I convogli erano composti da navi tonde, imbarcazioni mercantili lente ma capaci di trasportare grandi quantità di merci, protette da galee. La galea era una nave veloce, lunga circa 50 metri, progettata per la guerra e il trasporto di merci preziose.

Con uno o due alberi, era dotata di banchi di voga per il movimento, anche in assenza di vento. Ciascun remo, che pesava circa 60 kg, era manovrato da uno a tre rematori, rendendo la galea una nave agile e ideale per le operazioni militari o commerciali.


(Fonte foto: Rete Internet)