Dai cannocchiali di Galileo ai moderni telescopi spaziali: un viaggio attraverso l’osservazione astronomica

3 Ottobre 2024 Off Di Rita Terracciano

Il Seicento segna un momento fondamentale nella storia delle osservazioni astronomiche, grazie all’introduzione di strumenti capaci di “avvicinare” il cielo agli occhi umani. Questo fu possibile con l’invenzione del cannocchiale, uno strumento che rivoluzionò il modo di osservare l’universo e che costituì il punto di partenza per le successive scoperte astronomiche. Il primo cannocchiale fu ideato nel 1608 dall’ottico olandese Hans Lippershey.

Egli riuscì, distanziando in maniera precisa una lente concava e una convessa, a creare uno strumento che permetteva di ingrandire oggetti lontani. Anche se rudimentale, questa invenzione segnò un punto di svolta per l’epoca. Due anni dopo, nel 1610, Galileo Galilei perfezionò il cannocchiale, potenziando le lenti e migliorando gli angoli di rifrazione. Con questo strumento, Galileo poté osservare il cielo in un modo del tutto nuovo, ingrandendo gli oggetti dalle 20 alle 30 volte. Tuttavia, il cannocchiale galileiano non era privo di difetti: distorsioni cromatiche e una limitata porzione di campo visivo erano tra i principali problemi.

Un significativo miglioramento si ebbe negli anni ’30 del Seicento, quando Johannes Kepler sviluppò il telescopio kepleriano. In questo strumento, la lente oculare concava venne sostituita da una convessa, ampliando così il campo visivo, sebbene l’immagine risultasse rovesciata. Questo nuovo design ebbe un impatto duraturo, e il termine “telescopio” iniziò ad essere usato per indicare gli strumenti dedicati all’osservazione della volta celeste. Nel 1668, Isaac Newton perfezionò ulteriormente tale strumento, introducendo i telescopi a riflessione, come quello gregoriano ideato qualche anno prima dallo scozzese James Gregory.

Questi strumenti utilizzavano specchi riflettenti al posto delle lenti, eliminando le distorsioni cromatiche e rendendo l’immagine più nitida. I telescopi a riflessione avevano anche il vantaggio di essere più economici e più efficaci, rendendoli una scelta preferita per gli astronomi. Oggi, la tecnologia ha fatto passi da gigante. Le osservazioni astronomiche si avvalgono di telescopi spaziali, come l’Hubble, che dal 1990 ha catturato immagini spettacolari dell’universo. Grazie alla sua posizione in orbita, Hubble è in grado di osservare l’universo senza le interferenze atmosferiche che ostacolano i telescopi terrestri.

Questi strumenti moderni, che includono anche telescopi a radiofrequenza e osservatori a raggi X, sono fondamentali per esplorare le profondità dell’universo e ottenere informazioni che hanno implicazioni dirette sulla nostra vita quotidiana. Ad esempio, le osservazioni astronomiche ci hanno permesso di comprendere meglio il clima terrestre, l’origine delle risorse minerarie e persino lo sviluppo di nuove tecnologie utilizzate in medicina e nell’industria. Dal cannocchiale di Galileo ai moderni telescopi spaziali, dunque, l’evoluzione degli strumenti per osservare il cielo ha permesso all’umanità di fare scoperte straordinarie.

Oggi, grazie ai telescopi spaziali e terrestri, siamo in grado di esplorare galassie lontane, studiare i buchi neri e scoprire nuovi pianeti. E chissà quali nuove meraviglie cosmiche ci riserverà il futuro, mentre continuiamo a “guardare lontano” verso i confini dell’universo.


(Fonte foto: Rete Internet)