Indagine dell’Istat  “I ragazzi e la pandemia: vita quotidiana  a distanza “

6 Maggio 2022 0 Di Antonio Auricchio

L’Istat ha pubblicato l’indagine condotta nell’anno scolastico 2020-2021 per  comprendere l’incidenza  delle misure adottate per il contenimento della pandemia da Covid-19 sulla  vita quotidiana dei giovanissimi . E’ stato  coinvolto un campione casuale di circa 41 mila alunni (30 mila di cittadinanza italiana e 11 mila di cittadinanza straniera) frequentavano una delle scuole secondarie di primo e di secondo grado selezionate e distribuite su tutto il territorio nazionale.

Primo effetto del  distanziamento sociale è stato il  crollo nella frequentazione degli amici (diminuita per il 50,5% degli alunni) e un aumento del ricorso a chat e social media per comunicare (aumentato per il 69,5% dei ragazzi).  La diminuita possibilità di interagire con i compagni durante il periodo di didattica a distanza ha fatto avvertire molto o abbastanza la mancanza di questo contatto. Anche in questo caso si riscontrano alcune differenze tra alunni italiani e stranieri. Questi ultimi già prima della pandemia avevano meno relazioni con i pari e questo può, almeno in parte, spiegare perché hanno sentito meno la mancanza del contatto con i compagni che ha riguardato l’ 86,7% dei ragazzi italiani e il 79,8% dei coetanei stranieri. Considerando le prime cinque cittadinanze, la quota più contenuta di ragazzi che hanno sentito abbastanza o molto la mancanza dei compagni si registra tra gli alunni cinesi (67,2%) mentre quella più elevata si rileva tra gli albanesi (85,5%).

Altro elemento emerso è il peggioramento della situazione economica della famiglia (29,4% degli intervistati)   Svantaggiati rispetto agli strumenti per la didattica a distanza sembrano anche gli studenti del Mezzogiorno rispetto a quelli del Centro-nord. Nel Sud e nelle Isole la quota di coloro che si sono collegati utilizzando tra gli strumenti anche il PC è dell’ 80,1% contro l’84,8% del Centro, l’85,8% del Nord-ovest e l’89,9% del Nord-est..

La bocciatura della DAD è  condivisa dal 70,2%  degli  alunni delle scuole secondarie che hanno  trovano più faticoso seguire le lezioni a distanza. L’Istat sottolinea che  sebbene “nativi digitali” e utilizzatori, anche prima della pandemia, delle tecnologie digitali per la comunicazione, l’informazione, il gaming e la fruizione di audiovisivi, il ricorso “obbligato” alla didattica a distanza ha sicuramente introdotto un cambio di passo nell’utilizzo dell’ICT ma anche nuovi elementi di diseguaglianza connessi a divari digitali (e socio-economici) pre-esistenti. Se è vero che i ragazzi erano già “molto connessi”, non tutti disponevano degli strumenti più adeguati, sia dal punto di vista dell’hardware sia della connessione di rete, per seguire numerose ore di didattica a distanza. L’80% dei ragazzi italiani ha potuto seguire sin da subito e con continuità la didattica a distanza nel periodo compreso tra marzo e giugno del 2020. Tra gli stranieri la percentuale di chi ha potuto essere costante nella frequenza delle lezioni online scende, invece, al 71,4%. Non si evidenziano differenze rilevanti tra gli alunni delle scuole secondarie di primo e secondo grado.

Il campione di alunni delle scuole secondarie di primo e secondo grado (51%) ha  segnalato anche  che il viaggiare è l’attività che è mancata di più agli, seguita dalla libertà di uscire (49%), dalla frequentazione di “feste, cene e aperitivi” (48%). Per queste ultime attività emergono rilevanti differenze tra italiani e stranieri: sono mancate al 48,9% degli italiani e al 37,3% degli stranieri.

L’indagine ha tenuto conto anche del punto di vista de i dirigenti scolastici per avere un quadro complessivo dell’impatto della didattica a distanza nel periodo pandemico. Le risposte fornite confermano che  lo “shock” nella vita scolastica e quotidiana dei ragazzi a seguito della pandemia abbia penalizzato l’apprendimento, ma solo di alcuni studenti (63,4%), il 29,8% ritiene che tutti gli studenti siano stati penalizzati e solo il 6,7% pensa che la pandemia non abbia avuto effetti negativi sull’apprendimento. L’assenteismo  è stato molto più sentito nel Mezzogiorno dove solo il 12,7% dei dirigenti non ha ricevuto segnalazioni di assenteismo degli alunni da parte degli insegnanti, contro il 28,8% dei dirigenti delle scuole del Nord-est. Questo problema è stato maggiormente avvertito dagli insegnanti delle scuole secondarie di secondo grado l’85,5%) rispetto a quelle di primo (75,1% ).

L’Istat ha precisato che i dati sono stati raccolti esclusivamente tramite un questionario online. Per agevolare al massimo la partecipazione all’indagine da parte dei ragazzi è stato predisposto un breve questionario compilabile anche da smartphone o tablet. I ragazzi e le loro famiglie hanno ricevuto, via posta presso il loro indirizzo di residenza, una lettera informativa a firma del Presidente dell’Istat contenente indicazioni sull’indagine e le informazioni necessarie per accedere al questionario. La lettera è stata indirizzata direttamente allo studente, se maggiorenne, o alla famiglia se lo studente è minorenne.