Presentazione del Rapporto Nazionale INVALSI 2022

6 Luglio 2022 0 Di Antonio Auricchio

Nell’Aula  Magna del Rettorato  dell’Università Sapienza di Roma è stato presentato il Rapporto Nazionale INVALSI 2022 . La giornata è stata aperta dal saluto della Rettrice dell’Università di Roma Sapienza Antonella Polimeni;  il Presidente dell’INVALSI Roberto Ricci ha presentato  i risultati INVALSI 2022 e la Responsabile dell’Area Prove INVALSI Alessia Mattei ha  focalizzato  l’attenzione sull’importanza e il valore delle rilevazioni e dei dati INVALSI. I lavori sono coordinati e conclusi da Renata Maria Viganò, Professore Ordinario di Pedagogia Sperimentale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e Vice Presidente INVALSI.

Le prove INVALSI 2022, dopo due anni caratterizzati dall’emergenza sanitaria, hanno registrato il graduale ritorno alla normalità con la ripresa delle rilevazioni anche nelle classi seconde della scuola secondaria di secondo grado.    Nonostante la persistenza di alcune problematiche legate ancora alla pandemia, la partecipazione delle scuole è stata davvero elevata in tutti i cicli scolastici con un positivo incremento negli istituti professionali.   

Le prove hanno coinvolto oltre 920.000 alunni della scuola primaria (classe II e classe V), circa 545.000 allievi della scuola secondaria di primo grado (classe III) e oltre 953.000 studenti delle classi II della scuola secondaria di secondo grado.

Il quadro che emerge dagli esiti delle prove evidenzia alcune problematicità per la scuola italiana, ma fa registrare anche una tenuta sostanziale con alcuni gradi scolastici che recuperano in qualche disciplina. In tutti i cicli scolastici e in tutte le materie le perdite maggiori di apprendimento si registrano tra gli allievi che provengono da contesti socio‐economico‐culturali più sfavorevoli. 

I risultati della scuola primaria

La scuola primaria riesce a garantire risultati analoghi a quelli riscontrati nel 2019 e nel 2021. Il confronto degli esiti della scuola primaria del 2019, del 2021 e del 2022 ci restituisce un quadro sostanzialmente stabile. Si conferma quindi la tenuta della scuola primaria in questi anni di pandemia.

I risultati della scuola primaria sono abbastanza simili in tutte le regioni del Paese e difficilmente le differenze sono significative in senso statistico. Emergono tuttavia alcune indicazioni importanti che, se osservate con attenzione, possono fornire una spiegazione dei grossi divari che si evidenziano nella scuola secondaria, di primo e di secondo grado. In particolare, si registrano i buoni risultati degli allievi della primaria della Valle d’Aosta, di alcune regioni del Centro (Umbria e Marche) e della Provincia Autonoma di Bolzano, limitatamente all’Inglese.

I risultati della scuola secondaria di primo grado 

La prova CBT (computer based testing) per la III secondaria di primo grado (grado 8) consente di fornire gli esiti mediante livelli crescenti di risultato (da 1 a 5 per l’Italiano e la Matematica e da pre-A1 ad A2 per l’Inglese). Rispetto ai traguardi delle Indicazioni nazionali si può ritenere adeguato il livello 3 per Italiano e Matematica. Per l’Inglese il livello A2 è esplicitamente previsto dalle Indicazioni nazionali per la scuola secondaria di primo grado. I risultati del 2022 indicano che si è fermato il calo in Italiano e Matematica riscontrato tra il 2019 e il 2021, gli esiti di Inglese (sia listening sia reading) sono invece stabili o in leggero miglioramento.

In tutte le materie le perdite maggiori di apprendimento si registrano tra gli allievi che provengono da contesti socio-economico-culturali più sfavorevoli. Inoltre, tra questi ultimi diminuisce la quota di studenti con risultati più elevati.

I divari territoriali non migliorano rispetto alle rilevazioni precedenti e rimangono molto ampi. In alcune regioni del Mezzogiorno (in particolare Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna) si riscontra un maggior numero di allievi con livelli di risultato molto bassi, che si attesta attorno al 50% della popolazione scolastica in Italiano, al 55-60% in Matematica, il 35-40% in Inglese-reading e il 55-60% in Inglese-listening.

Emergono forti evidenze di disuguaglianza educativa nelle regioni del Mezzogiorno sia in termini di diversa capacità della scuola di attenuare l’effetto delle differenze socio-economico-culturali sia in termini di differenze tra scuole e, soprattutto, tra classi.

I risultati della scuola secondaria di secondo grado

Le prove sono costruite per fornire risultati su una scala unica per Italiano, Matematica e Inglese (solo per l’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado) in funzione dei traguardi previsti dalle Indicazioni nazionali/Linee guida. Indipendentemente dal percorso di studi frequentato, le prove sono costruite in modo tale da fornire a ciascun allievo la possibilità di raggiungere i risultati più alti.

In Italiano il 66% degli studenti (- 4 punti percentuali rispetto al 2019) raggiunge almeno il livello base (dal livello 3 in su). In tutte le regioni l’esito medio raggiunge il livello base (L3). In Matematica il 54% degli studenti (- 8 punti percentuali rispetto al 2019) raggiunge almeno il livello base (dal livello 3 in su). In sei regioni del Mezzogiorno l’esito medio si ferma al livello 2, quindi al di sotto della soglia attesa dopo dieci anni di scuola (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna).

Si allargano i divari territoriali osservati al termine del primo ciclo d’istruzione. Gli allievi che non raggiungono il livello base in Italiano superano la soglia del 40% in tutte le regioni del Mezzogiorno (escluso l’Abruzzo). Sempre nelle stesse regioni si fermano al massimo al livello 2 tra il 55% e il 60%, fino ad arrivare a quasi al 70% in Sardegna.

Complessivamente il quadro che emerge dalle rilevazioni del 2022 rimarca la funzione sociale della scuola – messa a dura prova dalla pandemia  ‐ sia nella dimensione relazionale, che di promozione del “benessere cognitivo” che solo la scuola può promuovere.

Il brusco arresto imposto dalla pandemia e gli esiti delle prove INVALSI 2022 richiedono una particolare attenzione per far riprendere respiro al sistema scolastico italiano ma la direzione intrapresa pare essere quella giusta.