L’Emergenza Ucraina: il progetto PUOI all’Istituto Montessori

11 Luglio 2023 Off Di Valerio Auricchio

Il progetto PUOI, per l’inserimento socio-lavorativo di migranti vulnerabili, è stato promosso dalla Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e realizzato da Anpal Servizi Spa per supportare la platea delle persone proveninete dall’Ucraina bisognose di protezione, assistenza e inclusione .

Subito dopo lo scoppio della guerra, il governo italiano ha dichiarato lo stato di emergenza per assicurare le attività di accoglienza e assistenza. Come avviene anche negli altri Paesi dell’Ue, ai profughi ucraini in Italia è riconosciuta la “protezione temporanea”, status che consente l’accesso all’assistenza sanitaria, al lavoro, alla formazione professionale, allo studio e alle misure assistenziali. Lo stato di emergenza, così come la validità dei permessi di soggiorno per protezione temporanea è stata prorogata per tutto l’anno corrente.

All’inizio dell’emergenza è stao impellente offrire risposte ai bisogni primari delle persone in fuga, intervenendo sul sistema di accoglienza e mettendo a disposizione mezzi di sussistenza, col passare del tempo è cresciuta l’esigenza di promuovere dei percorsi di inclusione che favorissero il reale inserimento degli sfollati e delle sfollate in Italia.

In questa ultima fase nasce il progetto PUOI (Protezione Unita a Obiettivo integrazione) dedicato a categorie di migranti che, per vulnerabilità legata al loro status, ai motivi che li hanno spinti a lasciare i loro Paesi e alle esperienze traumatiche vissute, incontrano maggiori ostacoli nell’accesso al mercato del lavoro, come richiedenti asilo, titolari di protezione internazionale o speciale ed ex minori non accompagnati. Il progetto ha coinvolto gli operatori pubblici e privati del mercato del lavoro, la rete dell’accoglienza e le aziende, costruendo percorsi personalizzati con orientamento, accompagnamento al lavoro ed esperienze di tirocinio. l’iniziativa è stata realizzata con fondi comunitari (come il Fondo Asilo Migrazione e Integrazione e il Fondo Sociale Europeo), che paga i servizi degli operatori del mercato del lavoro, le indennità di tirocinio ai migranti e contributi per il tutoraggio alle aziende. Gli operatori del mercato del lavoro, relazionandosi con il mondo dell’accoglienza, selezionano, prendono in carico e accompagnano i destinatari e individuano le aziende dove si svolgeranno i tirocini. Questi percorsi consentono di mettersi alla prova, acquisire competenze e sviluppare reti di relazioni. Anche quando i tirocini non si trasformano in contratti di lavoro, rappresentano comunque occasioni di accedere a nuove opportunità, con un maggiore grado di autonomia.

L’Istituto Montessori ha aperto le porte all’iniziativa accogliendo Olena Myrhorodska, laureata in pedagogia, che insegnava da molti anni lingua e letteratura inglese nell’Oblast’ di Kirovohrad. Olena in un’intervista pubblicata sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sottolinea che nel suo saluto quotidiano dei suoi alunni “Good morning, teacher!” ha finalmente ritrovato un fondamentale elemento di continuità con la vita precedente. A Napoli, ospite di amici, ha passato mesi difficili, inviando cv alla ricerca di un nuovo lavoro: “Non mi rispondeva nessuno”. L’incontro con il progetto PUOI, grazie all’ente promotore Dr. Job e all’ente accogliente Istituto Montessori, le ha permesso di voltare nuovamente pagina.

“Ho fatto un tirocinio in una scuola primaria Montessori, insegnando inglese ai bambini e apprendendo anche un nuovo metodo pedagogico. Ho aggiunto questa esperienza sul mio cv e ho preso una certificazione internazionale per l’insegnamento della lingua inglese. Quindi ho ricominciato a cercare lavoro e l’ho trovato. Qualcosa era cambiato”. Nell’immediato futuro, lo sguardo di Olena continuerà a incontrare il Vesuvio: “La mia vita adesso è qui, devo pensare alla sicurezza di mio figlio. Se tornassimo in Ucraina verrebbe arruolato”. PUOI, dice, l’ha messa al centro di una nuova rete di relazioni: “Ho conosciuto colleghi e amici, tutte persone interessanti”. Le ha dato anche occhi nuovi per riconoscere le proprie potenzialità, quindi coraggio: “Il progetto mi ha insegnato a rompere le barriere, appena arrivata in Italia avevo paura di tutto e nemmeno immaginavo di poter cercare lavoro fuori Napoli o senza sapere perfettamente l’italiano. Invece, eccomi qui”.