Ribellioni letterarie: figli contro padri nel corso dei secoli

5 Dicembre 2023 Off Di Rita Terracciano

Nella letteratura occidentale il personaggio del padre ha spesso rappresentato una figura antagonistica rispetto al figlio.

Ghismunda, ad esempio, protagonista di una novella del Decameron di Boccaccio, la prima della IV giornata, quella dedicata agli amori dall’esito infelice – è giudicata dal genitore Tancredi colpevole di aver infranto il codice familiare patriarcale. Lei, rimasta vedova, ancora piacente, si è innamorata di Guiscardo e lui ricambia questo sentimento. Quando il padre li scopre, fa uccidere il giovane, perché non è di rango sufficientemente elevato rispetto a quello principesco di lei. Ghismunda, fiera d’animo e disperata per la morte dell’amato, sceglierà la strada del suicidio.

Talora l’annientamento della volontà dei figli da parte dei genitori equivale alla morte interiore. Ne è esempio il giovane Giacomo Leopardi, per il quale il padre Monaldo (entrambi in foto) aveva previsto il ruolo di “prete di casa”, poiché i diritti di primogenitura erano passati a Carlo, più sano e robusto. Giacomo, però, si accorge che i progetti paterni sono in contrasto con i suoi sogni di gloria. Così, appena raggiunta la maggiore età, nel 1819 il giovane poeta progetta la fuga da Recanati, scrivendo a Monaldo una lettera di congedo in cui dichiara, drammaticamente, la propria condizione di figlio soffocato dai vincoli familiari.
Cent’anni più tardi, un’accesa contrapposizione al proprio genitore viene espressa da Franz Kafka (1883-1924) nella Lettera al padre (1919). I rapporti tra il robusto padre commerciante e il fragile figlio scrittore non erano dei più semplici: «Come padre», scrive, «tu eri troppo forte per me». Lo scrittore compie una lucidissima analisi della relazione con la figura paterna, forse per trovare uno spiraglio di comunicazione, anche se non consegnerà mai al destinatario la sua lettera, scritta cinque anni prima di morire.

Arrivando al Novecento, nel 1975 fa molto scalpore la pubblicazione di Padre padrone, romanzo autobiografico del sardo Gavino Ledda, che racconta le vessazioni subite da parte del genitore, un pastore che non accettava, per suo figlio, l’idea di una vita diversa dalla propria. Analfabeta fino all’età di vent’anni, il protagonista si ribella all’autorità paterna, intraprendendo la via del riscatto personale attraverso l’istruzione, fino a diventare docente universitario.

(Fonte foto: Rete Internet)