27 Gennaio: La giornata della memoria

5 Febbraio 2022 0 Di Redazione

Pubblichiamo il lavoro degli alunni della 2A Scuola secondaria di 1^ grado “Montessori”

I più tragici eventi del 900 sono stati certamente i Genocidi : popoli interi sterminati per scelta, con metodi violenti.
Il “Giorno della Memoria” si celebra ogni anno il 27 Gennaio ; è stata l’Assemblea Generale delle Nazione Unite a decidere di istituire, nel 2005, questa ricorrenza internazionale, per ricordare le vittime della Shoah. Il 27 Gennaio del 1945, infatti, i soldati dell’Armata Russa, agli ordini del Maresciallo Konev, scoprirono e liberarono il campo di sterminio di AUSCHWITZ, in Polonia. Alcuni giorni prima dell’arrivo dei Russi, i nazisti si erano ritirati dal Lager portando con se’ i prigionieri sani, in quella che fu definita “LA MARCIA DELLA MORTE” perché costò la vita a quasi tutti i prigionieri, morti o per fame o per la fatica a causa del lunghissimo cammino a piedi nel gelo e senza cibo. Dopo la liberazione dei prigionieri si contarono dei superstiti, tra cui scienziati, professori, ma anche molti artisti come poeti e scrittori, che ci hanno lasciato numerose testimonianze dell’accaduto; a tal proposito va ricordata l’esperienza drammatica del poeta Primo Levi che, tornato finalmente a casa, mal sopportando il ricordo di ciò che era stato, si suicidiò, lasciandoci opere (poesie, romanzi) che parlano molto più di quanto avrebbe parlato lui se fosse stato in vita per lungo tempo…. : d’altra parte si sa “la poesia vince il silenzio di mille secoli”.
Primo levi nasce a Torino nel 1919. Ebreo antifascista, laureato in chimica, nel 1943, entra nelle formazioni partigiane in Valle d’Aosta dove verrà poi arrestato nel Dicembre del 1943 dai nazifascisti ; internato ad AUSCHWITZ, vive la sconvolgente esperienza della Shoah, da lui poi narrata nella sua opera d’esordio e capolavoro, il romanzo “Se questo è un uomo “. Con lo stesso titolo pubblicherà una poesia molto bella, in cui l’autore invita, o meglio comanda a non dimenticare ciò che è stato!
Nel romanzo “Se questo è un uomo” lo scrittore racconta che , nel Lager, ogni più elementare esigenza vitale diventa un problema invalicabile, fonte di angosciosi interrogativi : come, ad esempio, orientarsi fra 100 lingue sconosciute, come dormire se il poco sonno era costantemente amaro e teso, popolato da incubi, come mangiare la zuppa senza cucchiaio, come lavarsi con acqua sporca in fetide latrine. Eppure nei lavatoi, Levi fa un incontro importante, stringe una forte e bella amicizia con un prigioniero di 50 anni che gli insegna a fargli riprendere in mano la dignità che Levi aveva perso. Infatti al nostro protagonista-narratore , dopo 15 giorni di prigionia ,era sparito l’istinto di pulizia poiché riteneva che era uno spreco inutile di energia, dal momento che sarebbe morto da un momento all’altro ; allora il prigioniero , amico di Levi , lo rimprovera e lo riprende severamente perché ,spiega che così facendo, cioè non lavandosi, non fa altro che assecondare gli sterminatori, che vogliono ridurre a bestie i prigionieri, Dice infatti che bisogna lavarsi e bisogna soprattutto nutrirsi, anche se con pietanze sgradevoli, perché bisogna sopravvivere, anzi , si Deve sopravvivere per raccontare ai posteri l’orrore dei campi di concentramento, qualora fossero sopravvissuti.
Raccontare, testimoniare per non far accadere mai piu’ ciò che milioni di persone hanno patito.
Ecco, questo abbiamo fatto oggi,27 Gennaio ,in classe con la prof.ssa di italiano: abbiamo letto,commentato,riflettuto,ricordato affinche’ questo scempio non accada mai più.

Martina Granato
Armando Ruggiero